Le sfide dei Musei Universitari Italiani

Socialità, digitalizzazione dei patrimoni e sinergie in rete

A seguito delle chiusure inaspettate dovute alla pandemia anche i Musei Universitari si sono sentiti per la maggior parte impreparati e sono stati costretti a diventare più partecipativi: molti hanno potenziato i siti web, hanno utilizzato, più di quanto non facessero in precedenza, i canali social come Youtube, Facebook, Instagram, Twitter, per rimanere in contatto con il pubblico ed effettuare alcune attività educative con le scuole, in sostituzione di quelle che si svolgevano in presenza. Ora, mentre stanno necessariamente riorganizzando le loro attività, sarebbe importante che i Musei Universitari fossero messi in grado di dare continuità all’utilizzo dei canali social anche monitorandone gli accessi. I Musei potrebbero cogliere l’opportunità del potenziamento di queste esperienze per progettare un piano digitale che preveda di programmare la digitalizzazione dei loro patrimoni, le modalità e i tempi della comunicazione digitale e uno strutturato utilizzo dei canali social e delle piattaforme informatiche.

Il Sistema Museale Nazionale

Un’altra sfida che i Musei Universitari dovranno affrontare, eventualmente con un gruppo di lavoro di cui questa rivista potrebbe farsi tramite, sono le procedure di accreditamento per l’inserimento nel Sistema Museale Nazionale, istituito con il decreto n. 113/2018 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MIBACT). Il Sistema sarà una rete inclusiva di siti culturali che comprenderà musei e luoghi culturali statali, oltre a musei e luoghi non appartenenti allo Stato, sia pubblici che privati, che chiederanno di essere accreditati per promuovere una visione unitaria dello sviluppo dei musei italiani, indipendentemente dalla loro proprietà, dimensione, tipo e forma di gestione finalizzata a una governance del patrimonio improntata alla sostenibilità, all’innovazione, alla partecipazione e all’accessibilità.

La creazione del Sistema Museale Nazionale si fonda sull’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei, pubblicato con un decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 10 maggio 2001, che aveva prodotto una sintesi tra le esigenze di conservazione, fruizione e promozione dei musei, identificando gli standard minimi nell’ambito di otto aree di riferimento che si basavano sul Codice Etico ICOM per i musei.

Lo strumento per l’accreditamento nel Sistema Museale Nazionale – il questionario che potrà essere compilato su base volontaria, basato su livelli di qualità minimi perché ritenuti indispensabili ma in realtà molto avanzati, i LUQ (Uniform Quality Levels) – consentirà a ogni museo di verificare l’organizzazione, la gestione sia dei profili giuridici ed economici che delle collezioni e i rapporti con il territorio di riferimento. Si tratta certamente di una procedura complessa, come recentemente dimostrato nei processi di riconoscimento o accreditamento effettuati negli anni scorsi da molti governi regionali in Italia per i musei non statali con leggi regionali che si fondavano sull’Atto di Indirizzo.

Il questionario avvierà infatti un processo di autovalutazione dei musei, che, attraverso la verifica dei requisiti richiesti, potrà essere utile per valutare le funzioni fondamentali per la conoscenza del valore del patrimonio scientifico e per la definizione di un preciso quadro di obiettivi programmatici in grado di orientare l’attuazione di un efficace piano di sviluppo, con tempi, risorse e risultati controllabili e sostenibili e di favorire il loro ruolo di presidi della cultura scientifica soprattutto in riferimento ai loro territori.

In caso di mancanza di alcuni requisiti è disponibile un percorso per raggiungerli per il quale gli organi di governo degli Atenei dovranno dichiarare il loro impegno formale. Inevitabilmente le Università saranno messe di fronte a scelte importanti per il futuro dei propri musei per consentire loro di far parte del Sistema Museale Nazionale e permettere loro di entrare a far parte di una rete nazionale che consentirà di rafforzare le reciproche conoscenze e di scambiare buone pratiche per uno sviluppo comune.

Questo Sistema Museale Nazionale si basa molto più sul collegamento che sulla proprietà dei musei, favorendo la collaborazione tra il Governo Centrale, le Regioni, i Comuni e gli altri Enti Locali, le Università e l’intero sistema educativo, al fine di creare un processo condiviso, finalizzato al miglioramento della cultura gestionale non solo dei musei, ma dell’intero patrimonio culturale italiano. La possibilità di mettere in collegamento circa 8.000 musei italiani è fondamentale per consolidare il significato e il valore del patrimonio culturale e promuovere un rilevante sviluppo del turismo culturale.

Il Sistema rafforzerà la fruizione del patrimonio culturale a livello nazionale e le peculiarità dei musei e dei luoghi di cultura italiani. Un modello omogeneo di fruizione degli istituti e dei luoghi di cultura, di procedure uniformi e verificabili per la conservazione e la valorizzazione di edifici, luoghi, collezioni, codici di comportamento e linee guida condivise di politica museale possono garantire un accesso di qualità ai visitatori e un miglioramento della tutela del patrimonio culturale. Un sistema di accreditamento nazionale, nel rispetto delle autonomie regionali e provinciali e delle diverse tipologie di musei o luoghi di cultura, oltre a favorire lo sviluppo della cultura può generare di economie di scala, in particolare per lo svolgimento condiviso di competenze professionali e di servizi con specifico riferimento anche alla formazione del personale.

L’esperienza della Rete dei Musei Universitari Italiani

Per i Musei Universitari Italiani che hanno aderito alla Rete la stimolante esperienza di attività è stata con soddisfazione condivisa ormai quasi da un decennio. La Rete, costituitasi grazie a un primo progetto approvato e finanziato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) nell’ambito della legge 6/2000 per la diffusione della cultura scientifica, con il coordinamento dell’Università di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE), ha potuto creare il proprio portale web. Nel portale, dopo il monitoraggio e la catalogazione delle collezioni più significative in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, sono stati inseriti 80 percorsi narrativi di cui 18 dedicati agli ambienti, 19 ai paesaggi, 25 alle storie, 9 alle storie delle Università e 9 alle storie della strumentazione scientifica, creando contesti multipli che si collegano e si intrecciano per costruire relazioni tra oggetti e reperti non sempre ben comprensibili o leggibili dalla loro musealizzazione.

Nel 2015, grazie a un secondo progetto approvato e finanziato dal MIUR con il coordinamento di UNIMORE, sono stati inseriti nella seconda sezione del portale 56 percorsi educativi esperienziali, dedicati al metodo e alla cultura scientifica. I percorsi sono stati realizzati attraverso l’individuazione e la condivisione di metodi operativi, l’adozione e l’uso di linguaggi e strumenti comuni, con particolare attenzione all’utilizzo delle tecnologie informatiche. Sono stati dedicati a tre temi principali: 9 alla biodiversità e gli altri 47 al colore e al tempo. Questi ultimi sono suddivisi in 7 sottotemi: colore e forme in natura, colore nell’arte e nella scienza, colore in fisica, geologia e fossili, misura del tempo, evoluzione dell’uomo ed evoluzione dell’Antartide.

Elena Corradini

Elena Corradini

Ricercatore di Museologia e Restauro all’Università di Modena e Reggio Emilia ora insegna Storia del Restauro degli Edifici Monumentali. È valutatore tecnico-scientifico del MIUR ed è coordinatrice della Rete dei Musei Universitari Italiani (www.retemuseiuniversitari.unimore.it). È stata membro del board e vicepresidente dell'ICOM-UMAC. Dal 1980 al 2006 ha lavorato per il Ministero dei Beni Culturali come Direttore archeologo a Modena, Bologna e come Dirigente a Roma; è giornalista freelance, autrice di quasi 170 pubblicazioni sulla museologia, la storia del collezionismo, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, recentemente sul patrimonio culturale universitario. Ha diretto interventi di restauro ed è stata curatrice di numerose mostre.