Emozione, coinvolgimento e partecipazione sono aspetti sempre più centrali e decisivi nell’ambito delle nuove tendenze legate ai musei del ventunesimo secolo: tendenze che partono anche dalla constatazione, ormai ampiamente diffusa e confermata a livello scientifico, che le emozioni sono fondamentali anche nei contesti museali, proprio per la loro capacità di coinvolgere e stimolare i processi di apprendimento e conoscenza.
A riprova, l’iniziativa MuseiEmotivi, ormai da diversi anni attiva sulla scena museale, sta riscuotendo un interesse e un’attenzione del tutto particolari anche confermati dalla popolarità dell’hashtag #museiemotivi. I visitatori considerano ormai le emozioni come uno dei principali trigger e motivi scatenanti del loro interesse, della loro soddisfazione e del loro desiderio di approfondimento. Gli addetti ai lavori, d’altra parte, riconoscono nelle emozioni uno dei settori di ricerca collaborativa più innovativi, per una nuova progettazione interdisciplinare, basata sulla ricerca di convergenze e dialogo tra diversi campi di competenza.

Perché MuseiEmotivi
Proprio in questa prospettiva, il Centro di Competenza NEMECH (New Media for Cultural Heritage), istituito da Regione Toscana e attivato dall’Università di Firenze, ha dato l’avvio da alcuni anni a un intenso programma di ricerca, formazione e sperimentazione in ambito museale, sviluppando, tra gli altri, il format MuseiEmotivi basato sul rapporto tra emozioni e nuove tecnologie. Il format, a partire dalla sua creazione nel 2016, ha saputo coinvolgere importanti realtà museali italiane, un panel internazionale di esperti di primaria importanza e una community di oltre 200 partecipanti provenienti dal settore dei beni culturali, chiamati a confrontarsi con la sfida della contemporaneità e alla ricerca di buone pratiche disciplinari condivise.
Alla ricerca di musei concepiti come spazi di socializzazione fortemente dinamici, nei quali i diversi strumenti offerti dalla multimedialità contemporanea, da quelli più tradizionali ai new media digitali, contribuiscono a dare voce a spunti narrativi in grado di comunicare contenuti di altissimo livello culturale in modo creativo, personalizzato e, appunto, emotivo.

MuseiEmotivi e motivi post Covid-19: ascoltare
Il lockdown causato dall’emergenza del Covid ha spinto il coordinamento scientifico di MuseiEmotivi a sviluppare una serie di dialoghi e riflessioni tematiche sulle sorti e le opportunità dei musei nell’era della post pandemia: dialoghi e riflessioni che hanno dato luogo a una ricognizione svolta in modo diffuso e capillare presso la propria comunità professionale i cui contributi, impressioni e considerazioni, utili in un’ottica di ascolto, condivisione delle esperienze e, soprattutto, di una nuova ripartenza, sono stati raccolti nel report MuseiEmotivi e motivi post Covid-19.
Le motivazioni post Covid raccolte hanno confermato che le tematiche, il metodo e le intuizioni di MuseiEmotivi destano ancora interesse e diventano adesso più attuali. La chiusura dei musei durante il lockdown ha evidenziato, per molti aspetti, i limiti e le potenzialità del digitale. Innanzitutto è stata l’occasione per molti musei di fare i conti con la propria strategia digitale, scoprendone l’importanza, soprattutto nella necessità di restare in contatto con il proprio pubblico e di alimentare una community. Il digitale si è rivelato, infatti, strumento dinamico e mezzo aggiuntivo che può rompere la rigidità di certi musei, potenziandone le possibili interazioni, inserendoli in un contesto relazionale fatto di storie e di persone.
Le tecnologie digitali sono e devono continuare a essere soprattutto uno strumento per facilitare l’accesso alla conoscenza e stimolare il coinvolgimento emotivo dell’individuo. Non solo quindi per generare emozioni, dove la grafica computerizzata, la realtà virtuale e aumentata e la multimodalità sono strumenti importanti di amplificazione, ma anche e soprattutto per raccordare il momento emozionale al momento cognitivo, in modo da consentire un’esperienza più consapevole.
Prima di tutto sembrerebbe necessario un rinnovamento sul piano organizzativo, con l’immissione nell’organico di soggetti dedicati allo sviluppo e al mantenimento della versione digitale dell’istituzione, che non potrà più essere il semplice sito web a cui siamo da tempo abituati, ma piuttosto un insieme di servizi complementari alla visita tradizionale che l’istituzione offre al pubblico.
Dal punto di vista strutturale si è inoltre potuto evidenziare come il lockdown abbia contribuito a rendere più macroscopiche una serie di problematiche e difetti che, da lunga data, affliggono il mondo dei musei e che è quindi tempo di cercare di affrontare e risolvere, a partire da una maggiore attenzione agli aspetti legati al proprio territorio di riferimento, nella direzione di musei più inclusivi e partecipativi, capaci di focalizzarsi sulla propria dimensione locale. Per dimensione locale non bisogna intendere una diminuzione di portata o una riduzione di scala, bensì un approfondimento, un ingrandimento, uno zoom dinamico da e verso la propria geografia di appartenenza, le sue risorse, la sua comunità di abitanti.
Mai i musei sono stati accomunati, come questa volta, dalla stessa condizione. Grandi e piccoli, dipendenti dal turismo o più orientati al territorio, si sono tutti ritrovati con la stessa porta chiusa. E una volta riaperti – quelli che hanno potuto farlo – si sono resi conto che lo spazio pubblico si trasformava sempre più in uno spazio comune dove la presenza di ognuno di noi dipende dal comportamento dell’altro in una sorta di triangolo dinamico tra l’opera, noi stessi e l’altro dal quale stare alla giusta distanza. La pandemia, in questo senso, ha accelerato la riflessione su comportamento, posizionamento e movimento del pubblico all’interno del museo.

Ripensare e condividere le buone pratiche
Il successo della ricognizione svolta ha portato a organizzare la Giornata di Studi MuseiEmotivi e motivi post_Covid-19: Ascoltare, ripensare e condividere le buone pratiche nei musei al Complesso Monumentale delle Murate a Firenze come occasione per condividere e discutere, alla presenza di attori ed esperti museali, della community e del coordinamento scientifico di MuseiEmotivi, i principali contributi emersi dal report e le prospettive emergenti nei musei dell’era post Covid.
Nella stessa giornata è stato anche presentato da Massimo Negri il programma di ricerca Museums and the web at the times of the Corona Virus. Lasting museological innovations come about during the years of crisis, promosso dal Master Erasmus Mundus in Techniques, Heritage, Industrial Landscapes dell’Università di Padova e dalla European Museum Academy Foundation, che raccoglie esperienze e azioni intraprese da alcuni dei principali musei di tutto il mondo per far pronte alla nuova situazione creatasi a seguito della pandemia. MuseiEmotivi è partner di questa ricerca nella selezione di contributi di istituzioni culturali italiane.
