Una comunicazione da campione. Dai reperti ritrovati alle galline in fuga: risurrezione di una collezione

Un capannone, due musei e tanta umanità

“Nella espansione della razza umana sulla terra il pastore ha sempre preceduto l’agricoltore” Eugenio Faina.

“Senza bestiame non sarà possibile arare, né concimare abbastanza… esso è utile e necessario in tutte le produzioni della terra, tanto che si può definire con ragione questa parte dell’agricoltura, che è la più antica, anche la madre delle altre” Olivier de Serres.

Queste citazioni collegate ai ritratti dei loro autori con delle nuvole da fumetti aprono la visita. Danno il tono del racconto: “siamo qui per parlare di storia e ragionare sull’umanità, divertendoci”. Illustrano anche il dialogo tra il Laboratorio di Storia dell’Agricoltura e il nuovo Laboratorio di Scienze Veterinarie e Zootecniche, ubicati nello stesso capannone, dalle linee moderne e con ampie vetrate aperte su orti, campagna e galline in libertà. Siamo presso il Polo museale di Casalina (Deruta, Perugia), curato dal CAMS – Centro di Ateneo per i Musei Scientifici dell’Università degli Studi di Perugia.

Un design razionale e variegato

L’edificio ha dato l’input allo stile dell’allestimento: industriale e rurale, con l’utilizzo del ferro e dell’abete per costruire le teche.
La grafica contrasta questa rusticità con abbondanza di colori e particolari di incisioni d’epoca rielaborate per gli sfondi delle vetrine. L’impaginazione dei testi che approfondiscono le sezioni è pulita. Il carattere tipografico scelto per i testi informativi è altamente leggibile. La dimensione delle scritte permette una facile lettura a distanza. Il font dei titoli delle sezioni rimanda alla cartellonistica ottocentesca; ne nasce un’identità visiva originale che comunica rigore scientifico e coerenza tra collezioni e ambiente.

Vetrine abbinate a pannelli informativi con colori specifici
La sezione di zootecnia

I campioni si integrano agli sfondi grafici senza nascondere i dettagli. Alla base di ogni teca, degli oggetti eterogenei incuriosiscono: illustrano l’impatto culturale, economico o sociale che ha avuto lo sviluppo dell’allevamento dei vari animali (bovini, ovini, caprini, colombiformi, galliformi, anatiformi). Una sezione parla di quelli che hanno usufruito della globalizzazione durante il XIX secolo (equini, lagomorfi, suini e bachi da seta) e un’altra raccoglie reperti coloniali. Umorismo e gioco sono presenti, come nel display che mostra delle parodie del quadro di Norman Rockwell dedicato al Thanksgiving e al suo tacchino, o con il puzzle a forma di poster da macellaio da ricostruire con le tipologie dei tranci, o ancora dall’installazione “Dall’uovo o la gallina, chi è stato il primo?” da cui si diffonde un chiocciare cacofonico.

Il Puzzle del macellaio, l’installazione “L’uovo o la gallina?” e il Salotto di Marchi, exhibit interattivi e ludici di fronte al Laboratorio di Storia dell’agricoltura
La sezione di scienze veterinarie

La sala delle scienze veterinarie è più intima, dal soffitto basso, con faretti e giochi d’ombre. La scenografia ricorda le stalle della Facoltà, visibili sulle foto d’epoca. Il legno usurato imbiancato e le foto monocromatiche su metallo sostituiscono il ferro e le stampe ottocentesche. Le aree tematiche sono: la chirurgia, il controllo della riproduzione, gli apparati digerenti e l’osteologia. La scrivania di un anatomista completa il tutto e un gioco dell’oca narra la storia della veterinaria a Perugia. Delle dentature e degli zoccoli sono manipolabili e un intestino di mulo si accende e gorgoglia. Delle lavagne propongono schemi da copiare al gessetto.

Il Gioco dell’oca, la Scrivania dell’anatomista e la vetrina dedicata al controllo della riproduzione animale
Oggetti e campioni al servizio della narrazione

Questo museo parla di storia e sviluppo sociale, economico, locale e globale. I reperti e gli oggetti presenti rafforzano la narrazione e le conferiscono sostanza tangibile. I campioni ne escono valorizzati perché sono concettualmente collocati in un contesto storico ampio che va oltre quelli storici dell’Università e delle discipline scientifiche.

Gli esemplari della sezione osteologica sembrano costituire una mandria
Una dimensione umana e coinvolgente

Marco Maovaz, curatore del museo, ha saputo leggere l’umanità nascosta dietro la storia di queste collezioni. I suoi studi archivistici, dalle etichette alla corrispondenza tra insegnanti e ministeri, gli hanno permesso di scoprire una dimensione empatica, d’impegno morale e politico, nei rapporti che i professori all’origine di queste collezioni intrattenevano con i loro contemporanei, dalle campagne umbre a quelle del Corno d’Africa e con il mondo animale che amavano realmente.

Il racconto ideato per valorizzare e condividere queste collezioni si è nutrito di questi pensieri che hanno accompagnato tutte le fasi di realizzazione del museo: dal restauro dei campioni all’allestimento, passando per la ricerca iconografica e la fabbricazione di formaggi fittizi. Senza quell’apporto, tra scheletri, cauteri, organi essiccati e animali decapitati, il rischio di creare un museo degli orrori era reale. Invece il risultato raggiunto è comprensibile, divertente, generoso e coinvolgente. Trasmette passione e rispetto per gli animali che hanno dato tanto. Pone questioni sul rapporto che vogliamo stabilire con gli animali domestici e con l’agricoltura, in un’epoca dove inventare soluzioni sostenibili per una convivenza sana e rispettosa tra uomo e mondo vivente si fa sempre più impellente.

Jean-François Lerasle

Jean-François Lerasle

Designer e museografo, progetta e realizza allestimenti interattivi per mostre e musei da oltre 20 anni. Opera anche nel campo della comunicazione d’eventi di divulgazione scientifica come Sharper o Famelab e ha collaborato con atenei, sciencefest, laboratori e enti di ricerca (ASI, INFN, INAF) a vocazione internazionale. Dalla genetica all’archeologia, e dai musei del territorio alle mostre itineranti per le scuole, passando per il Palaexpo di Roma, la Città della scienza di Napoli e il CNR di Bologna, le sue creazioni coprono un ampio spettro di formati e soluzioni tecniche e artistiche, per illuminare menti e sorrisi.