Il ruolo della digitalizzazione nello sviluppo sostenibile del patrimonio culturale

La biblioteca digitale Europeana

La digitalizzazione applicata al patrimonio culturale è quel processo che traspone l’essenza degli oggetti culturali presentati nella loro forma fisica nel mondo digitale, e può renderli disponibili ai visitatori da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento in modo efficace ed efficiente. La digitalizzazione può essere considerata non solo come azione ma anche come processo. Questo vuol dire non limitarsi alla semplice conservazione, catalogazione e divulgazione del patrimonio ma considerare anche gli aspetti che derivano dalla fruizione e dal coinvolgimento del pubblico.

Se la maggior parte delle istituzioni culturali investono nella digitalizzazione a scopo di tutela, conoscenza e divulgazione, altre invece puntano all’espansione del proprio pubblico e all’uso dei contenuti digitali che essi ne faranno. Accessibilità e fruizione diventano il mantra in grado di creare quel famoso effetto moltiplicatore della cultura che genererà esternalità positive dal punto di vista economico e sociale.

Lo sviluppo sostenibile culturale

Le nozioni di sostenibilità economica e ambientale sono note da tempo, mentre quella di sostenibilità culturale è stata tracciata solo recentemente.
Il processo che definisce la cultura come il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile è stato introdotto nel 2002, quando è stata proposta l’Agenda 21 per la Cultura; è emersa dunque una nuova categoria. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale il ruolo della digitalizzazione del patrimonio culturale è preservarlo. Inoltre, grazie alla digitalizzazione, è possibile rendere il patrimonio culturale più accessibile riducendo i problemi legati alla disuguaglianza di accesso alle informazioni di tipo culturale.

Le stesse istituzioni culturali si sono impegnate ad adottare questo nuovo modo di comunicare con il proprio pubblico, riconoscendo come la digitalizzazione possa apportare numerosi benefici. Ad esempio, la democratizzazione della cultura e della conoscenza. Ma per raggiungere la piena sostenibilità culturale, con particolare riguardo ai contenuti digitali, sono necessarie strategie organizzative e gestionali chiare e riproducibili. I contenuti digitali, infatti, necessitano di strumenti specifici come le piattaforme uniche per l’accesso al patrimonio, che sono utili al fine di migliorare l’esperienza dei visitatori, sviluppare contenuti educativi, creare documenti, con conseguenti e rilevanti ricadute economiche. Il concetto di sviluppo culturale sostenibile deriva, infatti, dal significato economico attribuibile al patrimonio culturale. Pertanto, esso può essere considerato come un capitale, il cui valore deriva dai beni materiali e immateriali che lo compongono. La base teorica di questo concetto deriva dalla teoria del capitale culturale, che può essere collegata a quella del capitale naturale da cui è partito il concetto di sviluppo sostenibile.

Europeana il portale europeo del patrimonio culturale

Europeana è il più grande portale europeo del patrimonio culturale lanciato nel novembre 2008 e cofinanziato dalla Commissione Europea.

Homepage della piattaforma Europeana

Attualmente Europeana fornisce l’accesso a oltre 50 milioni di oggetti provenienti da biblioteche, musei, archivi, gallerie e collezioni audiovisive europee riunendo contributi già digitalizzati da diverse istituzioni dei 28 paesi membri dell’Unione Europea in 30 lingue. Più di 3500 istituzioni culturali contribuiscono condividendo i loro contenuti culturali. I soggetti interessati vanno dai musei internazionali agli archivi regionali o altre realtà minori appartenenti a tutti i paesi membri dell’UE. Alcune delle istituzioni più importanti sono il Rijksmuseum di Amsterdam, il Louvre di Parigi e biblioteche internazionali come la British Library di Londra.

Gli oggetti e le collezioni digitali che gli utenti possono trovare all’interno di Europeana non sono memorizzati su un computer centrale, ma rimangono a disposizione delle istituzioni culturali che li hanno ospitati sulle loro reti.

Editoriale Eurpoeana

Europeana, inoltre, ha un numero significativo di profili utente; questa distinzione significa che deve offrire servizi di qualità specificamente rivolti agli utenti.

Per quanto riguarda l’aspetto dell’impatto generato dalla piattaforma si può asserire senza ombra di dubbio che questa garantisca la più ampia fruizione dei suoi contenuti e, allo stesso tempo, il riutilizzo in ambiti differenti, garantendo così un utilizzo delle risorse economico.

L’esperienza di Europeana nella fornitura di servizi culturali migliora l’inclusione e la coesione sociale grazie alla sua capacità di sviluppare il dialogo interculturale. Pertanto, la piattaforma genera ritorni sotto forma di benefici sociali, infatti molte istituzioni culturali, soprattutto quelle che hanno come scopo primario l’inclusività dei loro progetti forniscono l’accesso a diversi gruppi come pubblico e affrontano questioni di rappresentanza e partecipazione all’interno delle istituzioni stesse.

Europeana agisce direttamente su tre aspetti dell’inclusione sociale, che sono: accesso, rappresentanza e partecipazione. Se le prime due sono scontate, la terza è realizzabile grazie alla fornitura di strumenti di partecipazione attraverso iniziative condivise sui social media.

Infine, Europeana appare uno strumento utile per incoraggiare il turismo sia a livello europeo che internazionale: attraverso la piattaforma infatti è possibile visionare un immenso patrimonio che potrebbe contribuire a pianificare un viaggio contribuendo ad aggiungere valore grazie all’esperienza di conoscenza associata all’acquisizione di informazioni di tipo culturale.

Immagini del tema Viaggiare e Turismo

Per quanto riguarda invece i benefici che le istituzioni coinvolte nel processo di condivisione traggono da Europeana derivano essenzialmente da un incremento di valore dei propri contenuti. Questi acquisiscono una diversa e migliore posizione in termini di visibilità all’interno della società. Senza Europeana la frammentazione delle banche dati utilizzate dalle istituzioni culturali porterebbe a costi di sviluppo nettamente superiori dai quali si genererebbero sotto-investimenti nella valorizzazione e nel mantenimento delle risorse digitali. La sua presenza bilancia queste problematiche di tipo finanziario, con l’effetto di condurre a un uso sostenibile delle risorse economiche sempre più scarse a disposizione del settore culturale.

Emanuela Macrì

Emanuela Macrì

Assegnista di ricerca in Economia Pubblica presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, dove insegna Economia Politica ed Economia della Cultura. È Dottore di ricerca Europeo in Economia e Gestione delle Aziende Sanitarie. I suoi interessi di ricerca si concentrano nel campo dell’Economia e del management culturale con riferimento all’impatto della cultura sulla salute e sulla istruzione. È autrice di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali ed è co-editore del volume Cultural Commons and Urban Dynamics. A Multidisciplinary Perspective (New York, Springer, 2020).

Concetta Lucia Cristoforo

Concetta Lucia Cristofaro

Assegnista di ricerca in Organizzazione aziendale presso l’Università Magna Graecia
di Catanzaro. Attualmente è Professore a contratto in Organizzazione aziendale,
Organizzazione del conflitto e Organizzazione delle aziende pubbliche e private. I suoi filoni di ricerca sono: Capitale intellettuale, Performance, Piccole e Medie
Imprese, digitalizzazione, diversità di genere, Family Business. Le sue ricerche sono state presentate in occasione di diversi Convegni e pubblicate in riviste nazionali e
internazionali.