#MOchebelmuseo

Viaggio alla scoperta dei piccoli musei del modenese

Sono tanti i musei diffusi nella provincia di Modena, espressione di comunità diverse, capaci di conservare e trasmettere la memoria dei loro territori, di cui mantengono esperienze e particolarità. Da una perfetta intesa tra passione per i musei ed esperienza di comunicazione è nata la campagna di (ri)scoperta e valorizzazione dei musei del territorio modenese #MOchebelmuseo, promossa dal quotidiano Gazzetta di Modena a partire dal mese di dicembre 2019. Una nuova sfida per i musei di non grandi dimensioni che ha previsto l’utilizzo di tutte le piattaforme, giornale cartaceo, sito web, community dei lettori, Instagram, Facebook e di tutti gli strumenti a disposizione del quotidiano modenese, articoli, video, foto, per lanciare una innovativa campagna di comunicazione e raccontarla nelle sue varie fasi.

I piccoli musei propulsori di crescita culturale della comunità e di turismo di prossimità

L’iniziativa #MOchebelmuseo è stata stimolata dalla convinzione che rafforzare questa trasmissione di memoria e di identità possa assumere un valore non solo culturale ma anche sociale e politico, soprattutto per tanti piccoli musei. Attraverso una conoscenza più approfondita e una percezione sempre più condivisa, soprattutto i giovani, che ne sono gli eredi, possono diventarne appassionati testimoni per le loro comunità. Mantenere vivo l’interesse per i musei e le loro collezioni può fornire un utile contributo al loro ruolo di propulsori di una crescita culturale della comunità e incrementare un turismo di prossimità consapevole e sostenibile, fondamentale per meglio conoscere e apprezzare il territorio dell’Emilia Romagna, soprattutto in questi momenti difficili di pandemia.

#MOchebelmuseo ha inteso coinvolgere i musei che costituiscono nella logica attuale il ramo non redditizio del sistema museale, per i quali i costi per la sola conservazione superano i ricavi che se ne possono trarre. Questa iniziativa ha contribuito a evidenziare, oggi più che mai, le potenzialità di questi musei come avamposto di prossimità fra patrimonio e collettività

L’evento finale al Museo Civico di Castelfranco, foto Diego Camola
I primi cinque musei coinvolti nel progetto

Sono stati tralasciati i musei di grandi centri come Modena, Sassuolo e Carpi con l’obiettivo di ripercorrere il territorio modenese prendendo l’avvio da cinque musei di non grandi dimensioni, di differenti tipologie, che caratterizzano altrettante località di cui sono espressione, consentendo di attirare gli interessi di pubblici diversificati: il Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto per gli appassionati di cucina; il Museo Archeologico di Castelfranco per chi è interessato alla storia antica del territorio emiliano, alla nascita, allo sviluppo degli insediamenti in età preromana e romana; il Museo della Ceramica del Castello di Spezzano per i temi dello sviluppo tecnologico legati a uno dei distretti più rilevanti a livello nazionale e internazionale quale è quello della produzione ceramica di Sassuolo e Fiorano, che conserva testimonianze rilevanti fin dall’antichità; i musei della Rocca di Sestola, avamposto fortificato del Ducato Estense, in cui sono documentate storia e tradizioni artigianali dell’area appenninica; il nuovo Museo Cheli di Zocca che l’amministrazione comunale ha deciso di dedicare a un suo illustre concittadino, l’astronauta Maurizio Cheli, per illustrare, attraverso le sue esperienze, lo spazio celeste.

Studenti protagonisti nel Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto, foto Diego Camola
Le esperienze nel Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto e nel Museo Archeologico di Castelfranco

#MOchebelmuseo, purtroppo, a causa della pandemia e della conseguente chiusura dei musei, dopo la metà di febbraio ha dovuto sospendere le proprie attività, poco dopo aver terminato il lavoro con gli alunni di alcune classi delle scuole elementari di Spezzano e Fiorano. 

Nelle due edizioni che è stato possibile realizzare a dicembre 2019 e febbraio 2020 molti sono stati gli attori coinvolti, a partire dai direttori e responsabili dei due musei che hanno ospitato l’iniziativa, il Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto e il Museo Archeologico di Castelfranco, e dal dirigente scolastico provinciale che, assieme ai dirigenti scolastici dei due Comuni, ha individuato gli insegnanti e le classi delle scuole primarie che hanno partecipato all’iniziativa. Sono stati gli studenti i veri protagonisti: a loro è stata dedicata una visita guidata speciale all’interno del museo curata dal direttore e seguita da una lezione che, tenuta da chi scrive, ha portato il museo in classe per stimolare riflessioni, curiosità sugli oggetti più interessanti visti al museo e creatività per la realizzazione di un fumetto che illustrasse la loro esperienza di visita al museo, utilizzando le grandi potenzialità che questo efficace mezzo di comunicazione può avere per i giovani.

Per fornire ulteriori stimoli alla loro fantasia e creatività si è pensato di suggerire ai ragazzi di immaginare una guida speciale per il loro racconto attraverso il museo: nel caso di Spilamberto un animale immaginario, dall’aspetto mostruoso, il Magalasso, che la tradizione vuole si aggiri da secoli in maniera misteriosa per il paese e nel caso di Castelfranco, terra di origine del tortellino, la più nobile Dama del tortellino, tutti gli anni rievocata e personificata in occasione della tradizionale Sagra dedicata al prodotto culinario. 

Alcune pagine del fumetto realizzato dagli studenti per il Museo Civico di Castelfranco, foto DIego Camola
La comunità del web

Anche la comunità del web è stata coinvolta attraverso un gruppo di instagrammer cui è stata dedicata una visita speciale al museo perché potessero rilanciarlo, ciascuno sul proprio profilo social.

Ai ragazzi protagonisti sono stati dedicati vari filmati realizzati da un videomaker che ha documentato tutta la loro attività, dalla visita al museo alla lezione in classe, alle fasi di realizzazione del fumetto, tutti pubblicati, insieme all’evento finale, sulla sezione del sito web della Gazzetta dedicata a #MOchebelmuseo.

Instagrammer al Museo Civico di Castelfranco, foto Diego Camola
L’evento finale nei due musei

L’evento finale, realizzato in ciascuno dei due musei, è stato il momento culminante del progetto, alla presenza del sindaco e del direttore del museo: dedicato alle famiglie e alla comunità, che hanno attivamente partecipato all’iniziativa, ha visto come appassionati protagonisti gli studenti con la guida degli insegnanti, introdotti da un “ambassador” di grande rilievo, l’attore Lino Guanciale per il Museo dell’Aceto Balsamico di Spilamberto e Giovanni Degli Angeli, presidente dell’Associazione La San Nicola promotrice della ricetta del tortellino tradizionale, per il museo di Castelfranco. Gli studenti hanno illustrato con entusiasmo al pubblico il fumetto che avevano realizzato tutti insieme per raccontare la loro esperienza di visita e che è stato esposto al museo. Per rafforzare il legame identitario con il territorio di riferimento e per conservare quel ricco patrimonio immateriale rappresentato dalle tradizioni che lo caratterizzano, in particolare quelle legate al cibo, i ragazzi sono stati coinvolti in un laboratorio culinario. A Spilamberto sono stati realizzati tortelloni di ricotta e spinaci che, conditi con l’aceto balsamico tradizionale, prodotto tipico a cui è stato dedicato il museo, sono stati serviti dai ragazzi direttamente alle famiglie e ai presenti. A Castelfranco, con la collaborazione dell’Associazione la San Nicola, sono stati preparati i tipici e immancabili tortellini che ugualmente sono stati offerti ai presenti.

Laboratorio culinario al Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto.foto di Diego Camola
La sospensione a causa della pandemia

L’esperienza di #MOchebelmuseo ha riscosso grande successo, come è documentato dalle pagine della Gazzetta e dai filmati sul suo sito web. Dopo essere stata avviata con le scuole anche al Museo della Ceramica di Spezzano si è interrotta a causa della pandemia.  L’evento finale, partecipato da studenti, insegnanti e comunità, ha dovuto temporaneamente essere sospeso, non potendo essere sostituito da un’esperienza virtuale per il valore che l’iniziativa assume proprio per il coinvolgimento e la partecipazione diretta di tutti gli attori, studenti, insegnanti e comunità in un museo che deve essere necessariamente aperto per poterli accogliere.

Studenti protagonisti al Museo Civico di Castelfranco, foto Diego Camola

Elena Corradini

Elena Corradini

Ricercatore di Museologia e Restauro all’Università di Modena e Reggio Emilia ora insegna Storia del Restauro degli Edifici Monumentali. È valutatore tecnico-scientifico del MIUR ed è coordinatrice della Rete dei Musei Universitari Italiani (www.retemuseiuniversitari.unimore.it). È stata membro del board e vicepresidente dell'ICOM-UMAC. Dal 1980 al 2006 ha lavorato per il Ministero dei Beni Culturali come Direttore archeologo a Modena, Bologna e come Dirigente a Roma; è giornalista freelance, autrice di quasi 170 pubblicazioni sulla museologia, la storia del collezionismo, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, recentemente sul patrimonio culturale universitario. Ha diretto interventi di restauro ed è stata curatrice di numerose mostre.

Roberta Giani

Roberta Giani

Giornalista professionista dal 1994. Negli ultimi due anni è stata direttrice della Gazzetta di Modena. In precedenza ha lavorato alla redazione politica di Repubblica e, prima ancora, al Piccolo di Trieste dove aveva iniziato, a 18 anni, come collaboratrice dello sport. Alla fine degli anni Novanta è stata assunta dal Gazzettino. La sua passione professionale più forte rimane la politica.