Il Museo della città e del territorio nasce negli anni Novanta, quando Enrico Guidoni, insieme con chi scrive, ha elaborato un progetto per la realizzazione di un nuovo tipo di museo, ricostruendo quel solido legame tra città e campagna alla base di ogni intervento, costruttivo o ambientale, che da sempre ha caratterizzato la nascita e lo sviluppo degli insediamenti storici. Un Museo che si identificasse attraverso lo studio e la conservazione dei materiali e delle tradizioni costruttive contribuendo a una nuova coscienza dei valori storico-ambientali. Non un museo della città ma un luogo dove, attraverso il recupero di una dimensione territoriale, si potessero valorizzare anche gli insediamenti medio-piccoli, facendo diventare il museo uno strumento di conoscenza, di educazione e di tutela.
Con l’iniziativa del Museo nella sua sede di Vetralla si è voluto riannodare concretamente la storia della città e dei suoi manufatti alla storia della campagna, vista come luogo d’incontro tra ambiente naturale e civiltà contadina. Il progetto si pone in maniera adiacente ai musei del lavoro contadino o delle tradizioni popolari e cura il tema degli artigianati legati all’edilizia; non la ricostruzione di botteghe o luoghi per la lavorazione delle materie prime, ma una raccolta di quegli strumenti alla base dei saperi di ogni artigiano che sapeva usarli in maniera sapiente, adattandoli alle singole esigenze; artigianati che sono parte integrante di quegli ambiti considerati minori, che costituiscono, nel mondo attuale, una ricca risorsa di conoscenze per una corretta valorizzazione e tutela dei nostri beni culturali.

Finalità del Museo è divulgare per creare cultura attraverso l’esposizione di oggetti, ma, soprattutto, attraverso un’attività in cui esso diventa promotore, protagonista, ispiratore. È importante, a questo fine, la scelta dell’edificio dove nasce il Museo, in quanto deve suscitare una emozione immediata sul visitatore che si trova a contatto con un ambiente armonioso, rispettoso della sua condizione storica. Tutte le iniziative promosse dal Museo portano verso un unico obiettivo: creare cultura per ottenere un maggior rispetto della città storica che vive con il suo territorio, recuperare lo spirito del luogo attraverso l’osservazione dei particolari. Ritrovare le specificità locali per difendere e conservare la bellezza della diversità che deriva proprio da questo stretto legame tra la città e il suo territorio.

L’allestimento
Il Museo, allestito nella sede provvisoria in piazza Don Pallini, si trasferisce, dal 1993, nella sede attuale, in via di Porta Marchetta. Con il suo particolare taglio territoriale esteso a tutti i centri storici della Tuscia, viene inserito, fin dalla sua nascita, nel circuito dei musei a carattere demoantropologico della Regione Lazio. È ospitato in un edificio storico, compreso nelle mura di difesa della città, composto da una torre circolare costruita nel XV secolo assieme all’edificio/postazione di guardia a difesa dell’angolo nord-occidentale delle mura medievali, ancora in parte visibili all’interno.
La struttura, trasformata in epoca moderna in luogo per la conservazione e imbottigliamento del vino, conserva ancora le tracce degli impianti di lavorazione e un cantinone con l’alloggiamento per le botti. Nell’area dell’ingresso una fossa granaria, collocata all’esterno delle mura medievali, utilizzata poi come butto è stata musealizzata così da permetterne una visione completa e la possibilità di scendere all’interno per ispezionare la struttura. L’allestimento è articolato in quattro sezioni: ceramica e laterizi, metalli, legno, pietra e lavoro del muratore. Si sviluppa sui tre livelli dell’edificio; ogni sezione è dedicata agli strumenti legati alla lavorazione delle diverse materie prime e ad alcune categorie di oggetti emblematici per la complessità e l’importanza della produzione e per la diffusione in ambito territoriale e urbano.

Nuovi sviluppi, il Sistema Museale dell’Ateneo della Tuscia
Il Museo donato da Enrico Guidoni, è, dal 2008, parte integrante del Sistema Museale dell’Ateneo (SMA) della Tuscia, nato nello stesso anno. Sotto la guida di un Presidente e di un comitato tecnico-scientifico, formato dai responsabili delle varie collezioni (a oggi 14, collegate ai Dipartimenti o direttamente all’Ateneo), e con una unità di personale tecnico, altamente qualificata, lo SMA ha svolto, in questi primi dieci anni, attività rivolte agli studenti, ai ricercatori e ai cittadini. Le finalità dello SMA, infatti, sono molteplici anche per l’estrema varietà delle sue collezioni che coprono ambiti sia del mondo scientifico che umanistico.