L’Osservatorio Meteorologico della Regia Università di Sassari

Nel 1874 le prime rilevazioni meteorologiche in Sardegna

Un nome di grande effetto, Alessandro Volta, figura nel Registro del personale dei professori della Regia Università di Sassari per l’anno accademico 1874-1875. Non si tratta naturalmente del celebre inventore della pila, di età napoleonica, ma dell’omonimo nipote, nato a Como nel 1849.
Arrivato a Sassari come docente di fisica al Liceo Classico D.A. Azuni, Alessandro Volta ottiene l’incarico per l’insegnamento della stessa materia anche presso l’università. Sommare gli insegnamenti in diversi ordini di scuole è infatti una consuetudine diffusa, tra i professori provenienti dal continente, nell’immediata fase postunitaria e prima del pareggiamento (1877) delle cosiddette università secondarie, fra cui il piccolo ateneo sassarese.

Il docente comasco chiede ed ottiene dal Rettore Maurizio Reviglio l’incarico di impiantare un osservatorio meteorologico. Egli sfrutta in modo nuovo ambiti consueti della fisica sperimentale, quali la pneumatica e lo studio della pressione atmosferica, il cui interesse si era fino ad allora limitato allo svolgimento di attività didattiche per gli studenti della facoltà medica.

Volta gode di un certo credito presso le istituzioni nazionali e così riesce a ottenere dal Ministero per l’Agricoltura le risorse per l’acquisto delle strumentazioni di base, quali psicrometro, pluviometro, termografi, evaporimetro e anemografo, commissionati alla celebre ditta milanese di apparecchiature scientifiche Tecnomasio Italiano. Paventando un effimero successo dell’iniziativa, collegato esclusivamente all’influenza di Volta, il sindaco vincola il contributo comunale: «nel caso di traslocamento del professor Volta, [venga] affidato ai di lui successori nell’insegnamento della fisica all’università, la direzione e servizio dello stabilimento».

Il marchio della ditta Tecnomasio, inciso sul braccio di uno strumento della collezione di fisica (foto A. Mauri, RAS)
Le prime rilevazioni meteorologiche, regionali e nazionali

Le misurazioni iniziano ufficialmente, nel Gabinetto di fisica sistemato nel Palazzo dell’Università, il 1° dicembre 1874. La rilevazione è prevista tre volte al giorno: “alle 9 antimeridiane, alle 13 e alle 9 di sera”.

Come temuto, dopo un paio d’anni Volta si trasferisce a Pavia. Nel frattempo viene portata a termine la sede dell’Osservatorio, collocato nel palazzo di Porta Nuova, accanto a quello universitario. L’Osservatorio, situato in centro città, a ridosso delle vecchie mura, nel 1880 viene però sfrattato, per far posto alla Corte d’Appello. In questo momento di grave incertezza per la nascente meteorologia sarda, dopo la breve permanenza a Sassari del brillante fisico Adolfo Bartoli (vincitore del primo concorso per la materia dell’università pareggiata, nell’a.a.1878-1879), l’incarico di direttore passa a un docente locale di scuola secondaria, Luigi Macchiati.

Macchiati è la nostra maggiore fonte, che in un breve saggio documenta, con vivide descrizioni, le modalità di raccolta dei dati in laboratorio e sul campo e le attività di uomini di fiducia dislocati sul territorio per il rilevamento, in particolare, dei temporali. Finalmente, un impulso decisivo arriva dal Ministero dell’Agricoltura, del Commercio e dell’Industria che, già nel 1865, aveva istituito il primo servizio meteorologico nazionale: il Servizio meteorico-statistico, confluito nel 1876 nell’Ufficio centrale di Meteorologia.

La raccolta dei dati, inviati al Ministero dai rilevatori attraverso apposite cartoline, ma anche utilizzando il moderno e veloce telegrafo, è finalizzata soprattutto a essere di supporto all’agricoltura. Il servizio meteorico decadico, agrario è attivo in Sardegna da Sassari e Cagliari, quello meteorico internazionale solo da Sassari.

L’Osservatorio troverà posto nel 1886, grazie all’impegno del nuovo docente di fisica sperimentale, Lorenzo Valente, nel terrazzo sui tetti dell’antico palazzo del Collegio gesuitico, come documentato da un’incisione del settembre 1891 pubblicata nel periodico popolare Le cento città d’Italia.

Vista di Sassari dall’Osservatorio Meteorologico universitario (Le cento città d’Italia, settembre 1891)

Stefania Bagella

Stefania Bagella

È curatrice del MUNISS, il Museo scientifico dell’Università di Sassari. Di formazione archeologica pre-protostorica, ha affiancato all’archeologia un percorso trasversale nell’ambito della museologia scientifica, la storia della scienza e delle università, i rapporti tra società e scienza, la divulgazione e la comunicazione scientifica.