Il Museo Universitario di Chieti pone grande attenzione al suo ruolo educativo elaborando e realizzando per le scuole di ogni ordine e grado laboratori didattici, progetti educativi e corsi di formazione mediante modalità comunicative e strumenti adeguati ai diversi destinatari dell’azione educativa.
Da diversi anni, all’inizio del nuovo anno scolastico, il Museo offre agli insegnanti la possibilità di utilizzare le strutture e le esposizioni museali per implementare l’insegnamento e l’apprendimento delle scienze mediante gli incontri “Giocare e pensare le scienze” coordinati dal pedagogista ludico Antonio Di Pietro, impostati secondo i principi dell’educazione attiva.
I partecipanti sono invitati a sperimentare attività e giochi scientifici, a confrontarsi su cosa significa “fare scienze” con bambini e ragazzi e a riflettere su questioni relative al metodo scientifico. Alla base di questi incontri di ludodidattica scientifica ci sono esperimenti semplici, facilmente realizzabili dagli studenti con materiale da riciclo.
Il libro Giocare, comunicare e pensare le scienze
Con il tempo è nata l’esigenza di predisporre uno strumento didattico utile a tracciare le linee guida dei singoli esperimenti-giochi, quasi un manuale. Per tale ragione il Museo ha deciso di produrre un volume, frutto dell’esperienza e di un lungo lavoro di esperti di didattica museale e di disegnatori e grafici competenti. Gli incontri formativi sono il leitmotiv che percorre le pagine di questo libro: creare un equilibrio fra il giocare ed il pensare le scienze poiché fare scienze solo in forma teorica non basta, così come non può bastare proporla solamente in forma ludica.
La struttura del libro
Cinque sono i temi: l’acustica, il galleggiamento, il volo, il moto e le trasformazioni chimiche, ciascuno sviluppato attraverso tre attività ludiche descritte con un diverso approccio.
La prima attività di ogni tema è proposta con una modalità guidata. Ci sono indicazioni per realizzare un gioco o un giocattolo con l’obiettivo di suscitare la curiosità necessaria per formulare alcune domande.
Le seconde attività sono descritte in modalità semi-guidata per sostenere il più possibile la sperimentazione. Sono esperienze che si prestano a procedere per varianti utili a stimolare la “ri-cerca” dei perché.
La terza attività è di tipo progettuale. A differenza delle due precedenti non compare la voce “E se…” (un invito a continuare a porsi delle domande) dato che la proposta è già formulata come problema da risolvere. Una sfida da svolgere in autonomia o con un sostegno per valorizzare le competenze e le idee dei bambini. Al termine di ogni attività ludica, sono indicati i principi scientifici basilari.
Musei ed editoria
In questi ultimi anni sono aumentate le offerte editoriali, sia quelle legate alle esposizioni temporanee e alle visite ai musei, sia quelle strettamente collegate all’attività scientifica dei musei e da questi direttamente prodotte. I musei sono una grande risorsa, in particolare per il nostro Paese. Ma, come per tutte le grandi risorse, occorre individuare soluzioni che consentano di valorizzarle, rendendo concreto ciò che altrimenti resterebbe solo una ricchezza potenziale ed i libri possono essere parte essenziale del processo di diffusione e costruzione delle conoscenze operato dai musei.
Oltre la semplice divulgazione
Il Museo di Chieti, mediante il libro Giochi e giocattoli scientifici, ha voluto offrire uno strumento di educazione che va ben oltre la funzione divulgativa, andando ad impegnare il lettore nel ragionamento, partendo dalla sua esperienza quotidiana.
La meraviglia – secondo Francis Bacon – è il seme da cui si genera la conoscenza, tesi avvalorata dalle parole di Bruno Bettelheim (1990), che spiegano forse nel modo migliore ciò che si cerca, e spesso si trova, nei libri di scienza rivolti ai bambini: “La miglior cosa che possiamo fare ai nostri figli è instillare in loro quel senso di venerazione e meraviglia, dal quale soltanto si genera una conoscenza dotata di senso. Questo tipo di conoscenza arricchisce realmente la nostra vita, perché ci consente di trascendere i limiti del quotidiano: e questa è un’esperienza di cui abbiamo assoluto bisogno, se vogliamo realizzare a pieno la nostra umanità”.
Divulgare scienza significa non solo spiegarla ma anche renderla accessibile e piacevole, proprio perché non è il pubblico che si deve interessare alla scienza, ma è la scienza che deve cercare di rendersi interessante agli occhi del pubblico, impiegando tutti i moderni e più appropriati mezzi di comunicazione museale, possibilmente integrati fra loro nella realizzazione di progetti e di prodotti multi-disciplinari.