«Africa is rich, it is the rest of the world that is poor» (Jonathan Kingdon).
In questo momento particolarmente critico per i musei, per pensare al domani abbiamo bisogno di memoria. Conoscere, comprendere, condividere e amare la nostra storia più remota può renderci liberi e contribuire a incrementare la nostra resistenza.
Il CAMS
Il CAMS (Centro di Ateneo per i Musei Scientifici) e il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli Studi di Perugia, con l’intento primario di favorire la diffusione di una maggiore conoscenza sull’origine e l’evoluzione del genere umano, hanno dato vita nel 2010 a una nuova istituzione dell’Ateneo umbro, la Scuola di Paleoantropologia.
La Scuola di Paleoantropologia
L’iniziativa è stata resa possibile dalla collaborazione con numerose altre realtà accademiche, sia italiane sia internazionali, le quali hanno offerto piena disponibilità a sostenere le attività di tale nuova istituzione. Così la Scuola di Paleoantropologia ha iniziato a espletare le sue funzioni didattiche, divulgative, di studio e ricerca, sin dalla sua fondazione, con la massima apertura verso realtà esterne, coinvolgendo studiosi e studenti ben al di fuori del ristretto ambito regionale umbro o italiano.
Tra le varie attività svolte dalla Scuola di Paleoantropologia, infatti, oltre a un corso annuale suddiviso in due livelli (uno di introduzione, l’altro specialistico) rivolto a partecipanti di ogni provenienza e formazione culturale (quindi non solo limitato a studiosi del settore ma anche a semplici appassionati), figurano campi scuola con finalità didattiche e di vera e propria ricerca sul campo, organizzati annualmente in uno dei più importanti siti di interesse geo-paleontologico e paleoantropologico del pianeta, le Gole di Olduvai in Tanzania (Africa orientale).
In questa località, oggi tutelata come sito dell’UNESCO, operarono alcuni dei personaggi più illustri della storia della paleoantropologia, come i coniugi Louis e Mary Leakey che, a partire dagli anni ’50-’60 del secolo scorso, aprirono la strada, con le loro pionieristiche ricerche, a generazioni di studiosi che hanno dato uno straordinario contributo agli sviluppi degli studi sull’evoluzione umana.

Le Gole di Olduvai
Nelle Gole di Olduvai furono rinvenuti alcuni dei resti fossili di Ominidi più famosi della storia delle ricerche paleoantropologiche, come il celebre cranio di Paranthropus boisei (soprannominato Zinji) OH5 e i primi resti ossei di Homo habilis, oltre a numerosi manufatti litici e resti di ricche faune del Pleistocene.
Tutto questo grande patrimonio di paleobiodiversità è oggi considerato un bene culturale prioritario dal Governo della Repubblica Unita di Tanzania e pertanto la Scuola di Paleoantropologia ha siglato una serie di accordi di mutua collaborazione con tutte quelle istituzioni locali preposte alla gestione del sito di Olduvai, in particolare la Direzione della Ngorongoro Conservation Area (all’interno della cui area protetta si trovano le Gole di Olduvai), il Department of Antiquities, Ministry of Natural Resources and Tourism e la Dar Es Salaam University.
La Scuola di Paleoantropologia ha inoltre voluto rafforzare ancora di più la sua presenza nel sito delle Gole di Olduvai cercando di allacciare saldi rapporti di reciproco rispetto e collaborazione direttamente con le comunità locali, cioè con quelle realtà umane che da tempi assai remoti gestiscono in maniera tradizionale le risorse naturali di quei territori, come i clan pastorali del popolo Masai delle aree di Olduvai, Naibor Soit, Kellogi e Olbalbal. Le relazioni con tali comunità si sono poi intensificate nel corso degli anni e le attività dei campi scuola hanno offerto sia alle genti locali che ai partecipanti italiani sempre maggiori occasioni di sviluppo di reciproche forme di conoscenza e di condivisione di esperienze comuni.
Interculturalità per la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale
Tutto questo ha dato vita a una interessante esperienza di piena interculturalità, che ha visto il suo apice negli ultimi anni con l’organizzazione in loco di veri e propri corsi liberi di mutui scambi culturali, da un lato esponenti delle comunità Masai, dall’altro studiosi e ricercatori italiani. I primi impegnati nell’illustrare molti aspetti del loro mondo culturale e delle interrelazioni tra le loro società pastorali seminomadi e le risorse naturali, i secondi disponibili a presentare i risultati delle proprie ricerche inquadrandoli in una più ampia ottica scientifica con l’obiettivo di diffondere una maggiore consapevolezza locale sull’estrema importanza della tutela e salvaguardia dell’immenso patrimonio naturale e culturale di quei territori.
Forte dei buoni risultati raggiunti in questi primi dieci anni di attività con le comunità locali a Olduvai, la Scuola di Paleoantropologia ha intenzione di proseguire su tali linee nel corso delle proprie future missioni di studio in quell’area, anche con l’intento di dare vita a vere e proprie attività di interscambio culturale organizzate ufficialmente e annualmente con piena continuità e con sempre maggiore coinvolgimento diretto della popolazione tutta dei villaggi della zona. L’obiettivo principale di tutto ciò vorrebbe essere quello di dare vita a un’esperienza comunitaria reale di continuo interscambio culturale finalizzato alla tutela di quei territori, aree uniche a livello continentale e mondiale, in cui le testimonianze del nostro più remoto passato si fondono con una ricchissima biodiversità odierna; un patrimonio naturale e culturale di immane valore che le locali comunità dovranno riuscire a gestire in maniera adeguata e in un’ottica a lungo termine, per tutti noi.