Il Museo Universitario di Chieti possiede una piccola ma interessante raccolta di materiali grafici impiegati nella pubblicità medica della seconda metà del XX secolo. La trasformazione dei laboratori farmaceutici in industrie, avvenuta nel dopoguerra, portò l’aumento dei farmaci in scatola a discapito delle preparazioni galeniche.
Le continue scoperte in campo farmaceutico determinarono una produzione e una commercializzazione sempre maggiore di sostanze medicinali.
Nel 1960, l’80% delle vendite riguardava farmaci vendibili sulla base di una prescrizione medica: è, quindi, naturale che il marketing delle case farmaceutiche si indirizzasse in modo mirato e continuato verso i medici con la produzione di materiali ad hoc.
La formazione della collezione
Una parte dei materiali proviene dalla collezione di Vincenzo Grilli (1881-1968), medico condotto che esercitò nella città di Chieti dopo la prima Guerra Mondiale. Una seconda parte, molto più corposa, è costituita dal materiale dell’inizio degli anni ’50, appartenuto a David Sgandurra (1914-1994), ufficiale sanitario e medico condotto del comune di Farindola (PE). Le due collezioni offrono uno spaccato della pubblicità della stampa propagandistica che le numerose case farmaceutiche inviavano ai medici condotti.
La collezione Grilli
La collezione del medico condotto di Chieti raccoglie una miscellanea di materiali dal 1938 al 1960. Le immagini più antiche (1938-1940) sono state prodotte dall’Istituto Vaccinoterapico Limas di Milano.
Il Laboratorio Chimico Farmaceutico di Giorgio Zoja di Milano inviava, invece, nel 1940 un bollettino mensile di stampa propagandistica con una serie di 16 tavole, in bianco e nero, con dettagli delle opere di Giotto.
Anche la ditta Roche negli stessi anni spediva a Grilli pubblicità con opere d’arte, ma a tema medico e la Maggioni spa scelse riproduzioni di opere d’arte con un formato cartolina, riproducenti disegni di autori famosi (1948-1949). A differenza degli altri materiali, quelli della Maggioni erano però caratterizzati dalla riproduzione di un messaggio scritto a mano sul retro, rivolto al medico con l’intento evidente di dare un effetto personalizzato e quindi più persuasivo.
Una serie di acquerelli caricaturali, Litografie artistiche faentine, per pubblicizzare una serie di medicinali veniva inviata, invece, dalla A. Angiolini & C.

La Carlo Erba, sul finire del 1954, inoltrava come omaggio ai medici il calendario del 1955 dal tema “Costume del medico, serie I, Evo antico”, di cui Grilli conservò solo le singole tavole realizzate dall’artista Ercole Brini (1913-1989). Dal 1952 Grilli raccolse con cura la collezione Lepetit con le 6 tavole del Canone di Avicenna. Essa variava i temi in base ai farmaci da promuovere: nel 1957 per l’antibiotico Vulcamicina inviava una serie di tavole a colori con l’eruzione del Vesuvio, proponendo una curiosa affinità tra nome, immagine e tipologia della patologia da curare.

La collezione Sgandurra
Il gruppo di pubblicità più corposo conservato dal medico di Farindola (PE) è quello inviato dallo stabilimento farmaceutico chimico – biologico dott. A&M Giuliani. Anche l’Istituto Bioterapico Genovese (1959–1961) spediva opere di artisti che hanno lavorato a Genova; della stessa tipologia i gadget di Farmitalia con opere di Magnasco, Longhi, Raffaello, Monet e di autori contemporanei.

Nella collezione si trovano immagini di storia della Medicina con le biografie di medici a cura del Laboratorio chimico farmaceutico V. Baldacci di Pisa; immagini dei libri d’Ore, o – di genere completamente diverso – delle razze canine per il Laboratorio farmaceutico Maestretti spa e molti altri materiali con riproduzioni di opere d’arte contemporanee stampate dal Laboratorio bioterapico milanese nel 1956.
Nello stesso anno la A. Angiolini &C spa inviava pieghevoli che suggerivano itinerari artistici italiani.
I Laboratori biochimici Fism di Milano realizzarono, invece, un’operazione raffinata, inviando una serie di 20 xilografie originali, commissionate all’artista Aldo Patocchi.

Tra i materiali vi è, infine, da segnalare la proposta dalla Parke Davis Italia Spa che spedì una serie di stampe affidate all’artista americano Robert Thom (1915-1979).
La valorizzazione della collezione
Finora il Museo ha svolto un progetto di ricerca volto allo studio e alla catalogazione dei 690 materiali. Oggi desidera ottimizzare la gestione e la fruizione della raccolta mediante una sua agevolata consultabilità attraverso l’adozione di sistemi informatizzati. Questo archivio iconografico possiede numerose potenzialità e ben si presta ad allargare orizzonti di conoscenza sotto il profilo medico, storico, artistico, ma anche in relazione alle valenze sociali, culturali e di mercato che la diffusione delle immagini ha promosso.
Inoltre il Museo sta progettando ulteriori strategie di valorizzazione e di promozione della collezione mediante l’ideazione di occasioni didattiche, editoriali ed espositive.