Dal 1434, anno di nascita che la rende la più antica Università siciliana, l’Università degli Studi di Catania rappresenta un prestigioso polo di convergenza tra culture. La sua centenaria attività di ricerca, didattica e divulgazione ha prodotto 22 entità fra collezioni, archivi, musei nonché l’orto botanico. È inoltre attualmente attiva la Città della Scienza con spazi interattivi.
L’istituzione del SiMuA e del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane
Nel 2015 viene istituito il Sistema Museale d’Ateneo (SiMuA) per collegare le varie realtà museali dipartimentali e promuovere la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio materiale e immateriale di pertinenza dell’Ateneo in ogni ambito di ricerca, riscontrando da subito attiva partecipazione da parte di tutti i responsabili museali.
Appena tre anni dopo si è deciso di rafforzare l’identità di questa rete anche realizzando un museo rappresentativo dell’intero patrimonio d’Ateneo: il Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane. La sua sede nel Palazzo Centrale dell’Università, in pieno centro storico, coincide con quella del Rettorato catanese; un luogo simbolico e rappresentativo dell’idea stessa di rete museale, in quanto luogo originario dell’Ateneo e spazio condiviso.
I visitatori vengono guidati alla scoperta dell’Ateneo e degli sviluppi dei principali ambiti di ricerca attraverso sei percorsi didattico-espositivi interdisciplinari, tra cui la storia dell’Ateneo, con oggetti provenienti dalla collezione artistica, dall’archivio storico e da quello ceramografico; la Giurisprudenza e la ricerca storica, con oggetti dalla collezione storico-artistica e dal fondo storico della Biblioteca di Scienze Giuridiche; il progresso nella ricerca medica e fisica, con campioni dal Museo di Biologia e Anatomia Umana Lorenzo Bianchi e dalla collezione di strumenti antichi della Fisica; la progettazione del territorio, con materiali del Museo della Rappresentazione.
A questi si aggiungono l’archeologia del territorio con alcuni reperti del Museo di Archeologia, del Museo della Fabbrica del Monastero dei Benedettini che ospita anche alcuni reperti della collezione archeologica del Parco regionale di Catania e, infine, l’ambiente naturale, con numerosi reperti appartenenti ai Musei di Mineralogia, Petrografia e Vulcanologia, di Paleontologia, di Zoologia e la Casa delle farfalle, nonché campioni dell’Orto Botanico e dell’Herbarium, insieme con esempi della collezione di strumenti di misura di Scienze della Terra, di quelle di Entomologia, di Agrobiodiversità e della Banca del Germoplasma.
Il SiMuA ha promosso con quest’esperienza una collaborazione a tutto tondo, coinvolgendo non solo i responsabili delle singole collezioni e dei musei, ma anche studenti che, nell’ambito delle attività didattiche, hanno potuto supportare la divulgazione. Inoltre una positiva esperienza si è concretizzata con l’accordo pubblico-privato con Officine Culturali per la fruizione di alcune strutture museali.
Il SiMuA si è dimostrato una realtà dinamica e in continua evoluzione, che tende a scardinare quell’idea di staticità frequentemente associata al museo. Ne sono testimonianza le numerose attività locali e di più ampio respiro a cui il SiMuA ha partecipato, tra cui l’Università per la città, la Notte Europea dei Musei 2019, la Notte Europea della Musica, la Notte Europea dei Ricercatori, le giornate FAI e una mostra-evento sul tema della violenza sui minori, in collaborazione con il CNR di Catania.
Le prospettive future del SiMuA
Il prossimo futuro vede il SiMuA fortemente impegnato nell’accreditamento nazionale dei musei di numerose sue strutture e nella creazione di un sistema di catalogazione digitale dei suoi beni secondo i più moderni standard.
L’innovazione, inoltre, si gioca anche nell’ambito della fruizione e dello sviluppo di strumenti digitali interattivi e inclusivi. In questo ambito il SiMuA ha iniziato a sviluppare un percorso virtuoso con web-app e visite virtuali già prima del lockdown legato alla diffusione del Covid-19. Questo particolare momento è stato occasione per l’ulteriore potenziamento degli strumenti di fruizione e per l’organizzazione di eventi digitali di divulgazione delle conoscenze universitarie in modo coinvolgente e innovativo.
Coscienti che le nuove tecnologie non devono né possono sostituirsi alla visita tradizionale, un uso attento può contribuire a rendere ancora più attrattivo il patrimonio culturale universitario e a creare nuove occasioni di apprendimento e divulgazione. Per il futuro sono già in atto iniziative per promuovere un’ulteriore modalità di fruizione del patrimonio, sfruttando gli spazi aperti e la presenza di beni culturali nel tessuto urbano di Catania, il cui centro storico è patrimonio UNESCO dal 2002.