Un bene patrimoniale di una regione, di un paese o dell’umanità appartiene allo stesso modo a tutti gli abitanti dell’area in questione, poiché il suo un significato gli conferisce una sfumatura particolarmente democratica. La gestione del patrimonio richiede una serie di attività che devono essere svolte continuamente da specialisti, le quali consistono, in tutti i casi, nel suo studio, ricerca, protezione, valorizzazione, restauro, organizzazione di mostre pubbliche, nella divulgazione da parte di musei, centri culturali per mezzo di attività di comunicazione ed educazione e nell’aggiornamento di ciascuno dei compiti precedenti. In questo modo, la conoscenza viene conservata, costruita e socializzata attraverso espressioni la cui rilevanza raggiunge l’educazione, la qualità della vita, lo sviluppo economico e culturale di tutta la popolazione.

Patrimonio somma delle contraddizioni della società
Questo è il punto di partenza dell’immaginario costruito, diffuso e profondamente radicato nell’opinione pubblica sul significato del patrimonio. Da queste affermazioni nasce la preoccupazione di osservare come viene usato e come corrisponde alla realtà quotidiana. In questa contrapposizione, tra scenari immaginati e reali, il patrimonio appare come un esempio della somma delle contraddizioni della società. Da un lato, gode di un grande prestigio sociale, nominalmente appartiene a tutti, tutti vogliono possederlo, detiene un immenso arsenale legislativo che lo protegge e lo promuove e allo stesso tempo conta con un enorme numero di professionisti e istituzioni che accumulano conoscenze specializzate affinché, giorno dopo giorno, sia sempre più considerato, osservato e messo in evidenza.
È solito che la popolazione che vive in un territorio non partecipi, nè acceda in modo massiccio ai suddetti benefici proposti in nome e in associazione alla gestione patrimoniale. La quale, d’altronde, tende ad essere orientata verso la promozione di icone culturali sviluppate come emblematiche, lasciando al margine, o dimenticati, la maggior parte dei beni esistenti nello stesso spazio che, nel loro insieme, possono offrire una visione più vicina, diversificata e rappresentativa di contesti e situazioni.

Il patrimonio serve come base per scommesse e ambizioni che ossessionano non pochi politici, imprenditori (e aspiranti tali), artigiani, artisti, disegnatori, urbanisti, accademici e religiosi, come eventuali inventori e potenziatori di tradizioni, ricordi e identità. Gli sforzi, così mobilitati, cercano di consolidare l’invenzione per conservarla ed espanderla sulla base degli stereotipi creati e intercettati che diventano esperienze mercificate. In questo enorme campo di controversie, ognuno degli attori ottiene la sua percentuale e parte di potere, ragione, successi e, tra i più fragili, di dispiaceri.
Nel frattempo, nella pratica, il patrimonio diventa il pretesto per tanta attività e confusione, suscitando mari di inchiostro, immagini, discorsi, cemento e ferro le cui concezioni, scopi e usi sono, alla fine, distanti e indifferenti al destino dei beni che ad ogni occasione vengono addotti come motivazioni.

Il buon destino del patrimonio va di pari passo con gli ideali di un mondo sempre migliore per tutti
L’immagine pubblica del patrimonio, la sua valorizzazione altamente positiva, permettono di invocarlo per dar luogo ad azioni associate a promesse di progresso e di benessere su scala territoriale e di coesione popolare intorno agli elementi promossi per la loro considerazione iconica. A tal fine, le opzioni di beni eleggibili per la gestione patrimoniale tendono ad essere numerose in ogni distretto, anche se la selezione, per il suo potenziamento come bene patrimoniale eccezionale, dipende dalle realtà del presente, per le quali spiccano considerazioni riguardanti la sua ubicazione, le infrastrutture, la monumentalità, interessi economici, politici e ideologici.

Il significativo protagonismo, che in molte sfaccettature della società risulta dagli interessi che generano il patrimonio e la sua gestione, dimostra che, al di là di qualsiasi situazione specifica, sono in definitiva espressioni che coincidono con gli orientamenti generali del sistema sociale prevalente. Sulla base delle realtà del presente, qualsiasi cambiamento sostanziale supera di gran lunga le proposte che considerano il patrimonio solo in modo integrale, dato che i risultati della sua gestione sono il prodotto e il riflesso di un ordine sociale imperante che esso evidenzia. I progressi e le battute d’arresto nella gestione integrale del patrimonio in un territorio costituiscono e costituiranno un campione del modello e dei principi generali che governano l’organizzazione generale del tessuto sociale nel suo insieme, in modo che il suo sviluppo e il suo destino sono parte strutturale di tutto ciò che è collettivo, come, per esempio, le questioni di salute, giustizia, sport, cultura, educazione, economia, tecnologia, tra gli altri. Insomma, il buon destino del patrimonio va di pari passo con l’incerto ma auspicabile prevalere degli ideali di un mondo sempre migliore per tutti.
