Il palazzo Beneventano di Lentini

Un progetto di musealizzazione e mediazione culturale di un patrimonio inedito
Palazzo Beneventano, Lentini (Siracusa)

Il progetto, concepito da chi scrive, ha come tema lo studio del patrimonio artistico posseduto dalla famiglia Beneventano di Lentini, che rappresenta un ramo della nota casata romana degli Orsini. I Beneventano tra XIX e XX secolo incisero in modo determinante sia nella vita economica, sia sociale delle Sicilia orientale.

Lentini (Siracusa), Palazzo Beneventano, senatore Giuseppe Luigi Beneventano e famiglia, 18 marzo 1927
Lentini (Siracusa), Palazzo Beneventano, senatore Giuseppe Luigi Beneventano e famiglia, 18 marzo 1927

L’argomento declinato secondo vari aspetti (storia della famiglia, collezioni d’arte, stato sociale, economico) è stato poco studiato, pertanto ai fini di un progetto espositivo si è deciso di ricostruire, attraverso la ricerca di fonti documentarie del tutto inedite e testimonianze familiari, fatti avvenuti tra Otto e Novecento e in particolare quelli che condussero la famiglia alla dispersione degli oggetti d’arte.

Lucrezia De Geronimo Beneventano della Corte, Palazzo Beneventano, Lentini (Siracusa), seconda metà del XIX secolo
Lucrezia De Geronimo Beneventano della Corte, Palazzo Beneventano, Lentini (Siracusa), seconda metà del XIX secolo
Palazzo di Lentini

A Lentini uno dei rari esempi architettonici che non ha subito grosse modifiche fra Settecento e Ottocento è proprio palazzo Beneventano. Ricostruito dopo il terremoto del 1693 sulle macerie del preesistente, si sviluppa all’interno di un cortile rettangolare; tra la fine del XIX secolo ed i primi del XX secolo il barone Giuseppe Luigi Beneventano della Corte (1840-1934) diede incarico all’architetto Carlo Sada di ristrutturare il palazzo.

Lentini (Siracusa), Palazzo Beneventano, corte interna, 2005
Lentini (Siracusa), Palazzo Beneventano, corte interna, 2005

L’edificio, venduto nel 1971 al Comune di Lentini, per anni fu abbandonato (almeno fino a tutto il 2000), soggetto a crolli e a sciacallaggio di ogni genere. Dal 2016 lo spazio viene fruito dal grande pubblico grazie al lavoro di Italia Nostra (sezione di Lentini). A seguito di lavori di restauro e al contributo dei volontari di Italia Nostra sono state realizzate aree atte a ospitare servizi per i visitatori. Sono state inoltre realizzate svariate mostre di artisti locali e internazionali e una residenza d’artista per il Parco Badia Lost and Found.

Lentini (Siracusa), Palazzo Beneventano, corte interna, 2019
Lentini (Siracusa), Palazzo Beneventano, corte interna, 2019
Il nucleo originale della raccolta

Non conosciamo quale fosse il nucleo originale della raccolta, come si sia costituita, o quali fossero i suoi iniziatori; la dispersione di gran parte delle carte d’archivio e in particolare, delle carte di famiglia ne rende arduo lo studio. La raccolta è ipotizzabile sia stata avviata da Saverio Beneventano (1752-1830) e dai suoi avi. Riguardo alle tipologie di acquisizione si presume che, come consuetudine, derivassero da acquisti, lasciti ereditari, donazioni e scambi con altri collezionisti.

Il progetto di valorizzazione del palazzo di Lentini: metodi e strumenti

Il patrimonio culturale è corrispondente al valore percepito dalla comunità di appartenenza: è necessario divulgarlo in maniera efficace ed efficiente. Nel caso dei beni pubblici la valorizzazione crea valore sociale, il cui fine principale è ottenere esternalità positive: benefici materiali e immateriali per il singolo e per la collettività (Convenzione di Faro). Attraverso il digitale sarebbe possibile riprodurre in 3D le collezioni inedite ormai scomparse dal palazzo e quelle conservate presso altre sedi (di proprietà dei Beneventano), supportate da brevi schede delle opere.

Sarà rafforzato l’utilizzo dei social network e della piattaforma izi.TRAVEL in cui le storie legate al patrimonio culturale possono essere fornite dagli stessi visitatori dei musei, in un processo di co-partecipazione e co-creazione per avvicinare il pubblico a tale patrimonio e rendere il progetto di palazzo Beneventano maggiormente inclusivo.

Nel caso della progettazione e allestimento di una mostra e di un’esposizione multimediale permanente, si potrebbe condividere, oltre a un racconto, un breve video di anteprima che susciti curiosità e voglia di partecipare. Attraverso questi processi di interazione si può ottenere un feedback e analizzare quali siano stati i punti di forza e di debolezza (swot analysis), ciò che ha colpito, coinvolto e emozionato gli utenti-fruitori, permettendo di affinare le strategie future.

Nella ri-costruzione del patrimonio culturale da parte del pubblico, grazie anche all’ausilio del digitale, si attua la strategia del museo-risarcimento, evidenziando il rapporto tra la comunità locale e la famiglia che ha inciso nella storia e nello sviluppo del territorio. Attualmente il rapporto tra museo e territorio vede quest’ultimo quale museo diffuso, in grado di essere goduto, conosciuto e comunicato soprattutto attraverso il museo-istituto; nel nostro caso palazzo Beneventano è interprete e ambasciatore dei valori territoriali locali.

Nel riprogettare la fruizione del palazzo Beneventano bisognerà considerare che «l’apprendimento non è frutto dell’acquisizione/ricezione di conoscenze date, preesistenti ed “esterne” al soggetto», ma è da intendersi secondo le teorie di diversi pedagogisti, i quali ritengono che il soggetto apprenda attraverso una rielaborazione delle informazioni ricevute. È grazie agli oggetti delle collezioni, in quanto «usati, posseduti o costruiti» che con l’aiuto anche dei visitatori si potrà ri-raccontare la storia della famiglia Beneventano, veicolando «narrazioni tecniche e dati scientifici incorporandoli in una storia emozionante […] e più facile da ricordare» (Brunelli 2014).

L’impatto atteso della ricerca

Lo studio permetterebbe la lettura dei nessi fra le varie collezioni dei Beneventano e una adeguata musealizzazione e valorizzazione del palazzo di Lentini, che potrebbe indurre uno sviluppo del territorio anche attraverso l’organizzazione d’itinerari turistici sostenibili che favoriscano l’occupazione locale.

Italo Panella

Italo Panella

Dottorando in Scienze per il Patrimonio e la Produzione Culturale (Università degli Studi di Catania); si è laureato presso l’Università degli Studi di Catania in Storia dell'Arte e Beni Culturali; ha conseguito il diploma di Specializzazione biennale in Beni storico artistici presso la Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici, Università degli Studi di Macerata.