Guida turistica e territorio

Chi è la guida?

Una volta si diceva bear leader: colui, o colei, che ti porta per mano a scoprire qualcosa che non conosci, tesori e bellezze che le varie generazioni hanno prodotto e che rapiscono l’occhio e il cuore. Certo si tratta della storia, anzi delle storie, ma la tua guida ti ci deve portare attraverso, come un’esperienza viva, è l’incontro con il genius loci, qualcosa che appartiene solo a quel preciso posto, unico e irripetibile. Una buona guida deve essere ben formata ed informata, esperta del posto, local expert, e deve ogni volta saper adeguare la comunicazione all’età, cultura e lingua della persona che ha di fronte al fine di fargli vivere quell’esperienza che non potrebbe esistere in quella maniera altrove.

Servizio ad personam e turismo di massa

La guida è sì la chiave di accesso al territorio per coloro che intendono il viaggio come un’esperienza di conoscenza, una sorta di ambasciatore-divulgatore, ma di contro c’è la fretta del turismo di massa: la visita di una città in poche istantanee. Il limite tra superficialità ed efficacia è molto sottile e la guida deve destreggiarsi per non rimanere intrappolata tra consumo dell’immagine stereotipata e digestione di contenuti iconici: è lì che si gioca la partita del senso del suo lavoro. Guide, accompagnatori turistici, grandi e piccoli operatori: l’incontro è una collaborazione tra diverse professionalità e così dovrebbe essere. Invece regole non chiare complicano le cose.

Lunghe file al Colosseo
Roma, Lunghe file al Colosseo
Il punto sulle regole. Accompagnatore, guida locale e guida nazionale

L’Italia dal 2001 ha recepito la direttiva Bolkestein sulla libera circolazione dei servizi nell’UE anche nel settore turismo. In alcuni Paesi si faceva già fatica a distinguere le professioni di guida e di accompagnatore turistico. Quest’ultima è una professione più tecnicamente vocata alla gestione del viaggio, una sorta di assistente personale con conoscenze ed esperienze formative specifiche per una disinvolta operatività verso le esigenze del viaggiatore o di un gruppo. Giustamente l’abilitazione professionale dell’accompagnatore turistico è valida su tutto il territorio nazionale e comunitario, fatte salve le locali competenze linguistiche.

Per il lavoro della guida invece si parla di una competenza specifica che è vocata ad un determinato territorio che, in Italia soprattutto, non può che essere ristretto per la vastità degli argomenti e l’immensità delle testimonianze. Con l’abolizione del Ministero del Turismo nel 1993 e poi la modifica del Titolo V della Costituzione del 2001, la gestione normativa del comparto è in capo alle Regioni le quali hanno spesso operato in legittima indipendenza ma anche con poca concertazione, con paradossi e confusione.

Spilla

Dalla guida locale, provinciale in origine, si è passati alla guida nazionale; così in alcune regioni l’esame di idoneità si è svolto su argomenti inerenti la singola area di pertinenza mentre poi l’abilitazione ha valore su tutto il territorio nazionale con inevitabili problemi in merito alla professionalità. Altre regioni invece hanno sospeso il rilascio di concessioni. Questo limbo normativo foraggia l’abusivismo, pericoloso sia per chi lavora rispettando le regole sia per il visitatore che si ritrova spesso preda di procacciatori illegali fuori dai siti con poca chiarezza su costi, qualità dei servizi offerti, sulla destinazione legittima dei proventi e se poi il tour si effettua o meno.

Ora siamo al punto in cui nuove proposte di iniziativa parlamentare, le S 1921 e S 2087, sono in discussione presso la Commissione Turismo della Conferenza Stato Regioni. Il nodo fondamentale in discussione è definire l’area territoriale di competenza della guida: ristretta, com’era prima del 2001, o riferita a tutto il territorio nazionale (ammesso e non concesso che sia possibile) e quindi quale dovrà essere l’iter formativo per conseguire l’abilitazione: un esame, un percorso accademico ad hoc o altro.

Nuovo Ministero del Turismo o Beni Culturali?

Ora con guida si intende un servizio al turismo, ma per gli operatori la relazione con il mondo dei beni culturali è quotidiana e spesso si trovano ad essere il primo tramite della divulgazione del patrimonio, quindi è da indagare quanto sia prioritario il legame con la filiera del turismo rispetto a quello con il mondo dei beni culturali: negli ultimi anni il Ministero di riferimento, anche per i ristori in epoca di pandemia, è stato quest’ultimo. Occorrerebbe una migliore concertazione tra le due aree che valgono una parte molto rilevante del PIL di questo Paese, oltre a costituirne il biglietto da visita. Ma è proprio il binomio divulgazione-valorizzazione che resta uno dei punti deboli dei beni culturali.

Nel tempo si è puntato prima sulla loro ricognizione e protezione, quindi ad un’esposizione adeguata e molto meno alla loro promozione. In alcuni casi si è pensato di offrire servizi guida omaggio gestite da volontari per incentivare la conoscenza dei vari siti con l’effetto di garantire esiti di dubbia qualità. Una cosa infatti è l’offerta gratuita di un servizio da parte di un operatore (per ragioni solidaristiche ad esempio) altra è la scelta da parte di un’istituzione pubblica di utilizzare manodopera non pagata creando una forma di concorrenza sleale verso un’intera categoria professionale e sottintendendo la poca rilevanza di professionalità specializzate.

La soluzione invece c’è sempre: basta accordarsi con le associazioni e sindacati di categoria per gestire insieme la materia, garantendo qualità di servizio, professionalità e creare sinergie invece che marginalizzare.

Pietrantonio Mattei

Storico dell’arte. Guida ufficiale della Provincia di Roma dal 1999. Nel tempo ha curato esposizioni personali e cataloghi per vari artisti. Dal 2002 al 2010 ha collaborato con l’Amministrazione Penitenziaria di Rebibbia all’ideazione e realizzazione di corsi di tecniche artistiche. Dal 2002 al 2008 ha diretto corsi di storia dell’arte e storia dell’architettura presso l’ACS Uniduemila. Dal 1998 al 2001 ha collaborato nella didattica con il Parco Archeologico di Ostia Antica.