Il Museo di Archeologia per Roma

Un museo ai margini della città

Il Museo di Archeologia per Roma, aperto al pubblico dall’ottobre 2014, è situato all’interno del Comprensorio Universitario di Tor Vergata, in un casale denominato Villa Gentile, costruito nei primi anni del Novecento sui resti della Torre Vergata (XIII secolo), a sua volta edificata sui ruderi di una villa di età romana.
Il museo, ideato e realizzato da Andreina Ricci, racconta i risultati di più di vent’anni di ricerche archeologiche da lei svolte nel settore sud-orientale di Roma.

La storia del museo

Per ripercorrere la sua storia bisogna risalire fino almeno alla fine degli anni ’90, quando fu realizzato dal CeSTer un censimento dei resti archeologici in tutto il territorio di Roma. Sono state censite circa 2000 aree archeologiche nel territorio della città coperto da ricognizioni: tutti i dati raccolti per il Nuovo PRG di Roma sono confluiti in uno degli elaborati gestionali del Piano Regolatore denominato Carta per la qualità urbana. Lo studio evidenziò una ingente presenza di resti archeologici in tutta la città, oltre il centro storico circondato dalle Mura Aureliane, che rappresenta solo l’1% di tutto il territorio del Comune di Roma.

Numerosi scavi, ricognizioni, studi, protratti ancora negli anni 2000, hanno permesso, inoltre, di indagare diversi contesti archeologici e di studiare insediamenti e frequentazioni che si sono avvicendate su tutto il territorio di Roma, senza soluzione di continuità dall’età romana fino a oggi. Questa massiccia presenza archeologica necessitava quindi di essere considerata, studiata e raccontata anche nel suo rapporto con i cambiamenti e la crescita della città contemporanea (A. Ricci, Attorno alla nuda pietra, Roma 2006).

Le ricerche e le relazioni intrattenute negli anni con le comunità locali hanno permesso diverse riflessioni sul rapporto tra archeologia e città e sul valore che i resti possono rivestire per i suoi abitanti.

La scelta espositiva

La scelta espositiva si è orientata a trattare due grandi temi del mondo antico: culti e riti funerari e vita in villa. Per la divulgazione di questi è stato utilizzato un linguaggio chiaro, sintetico, coadiuvato da supporti video, disegni, ricostruzioni 3D e modelli in scala reale. È stata esposta una ristretta selezione di reperti, tra i tanti rinvenuti durante le ricerche, scelti non per il particolare pregio, ma per l’efficacia che avevano nella narrazione. Infine, lo spazio esiguo dell’esposizione ha indotto a utilizzare sistemi tecnologici come QRcode per fornire informazioni a corredo di alcuni argomenti trattati.
L’esposizione si divide in quattro sezioni. Nella prima sala dedicata ai resti antichi e alla città contemporanea si introduce il visitatore al tema che fa da sfondo al progetto e riguarda le differenti articolazioni del rapporto tra archeologia e crescita urbana, dalla fine dell’‘800 all’età contemporanea, con alcune proposte progettuali di valorizzazione dell’archeologia diffusa a Roma fuori dalle mura urbane.

Planimetria del Museo con l’articolazione delle sale e i temi trattati

Nelle sale seguenti, il tema dei riti funerari è raccontato utilizzando i reperti provenienti dagli scavi di numerose necropoli condotti tra il 1994 e il 2009. Mentre il tema della vita in villa è raccontato attraverso le trasformazioni subite da un singolare edificio, la Villa di Passolombardo, un complesso archeologico rimasto in vita per un periodo eccezionalmente lungo, dal II secolo a.C. al V secolo d.C.
Nell’ultima sezione sono spiegate alcune attività dell’archeologo nelle diverse fasi della ricerca sul campo fino alle attività di laboratorio sui resti ceramici e sui resti antropologici.

Le attività educative

Al progetto espositivo si affiancano numerose attività didattiche molto partecipate, ideate e progettate su vari temi del mondo romano, dedicate a famiglie e studenti che trascorrono intere giornate al museo, ospitati anche negli spazi allestiti per picnic nella pineta circostante. Particolarmente numerose sono le attività che interessano gli allievi delle scuole superiori e il pubblico adulto.

Il Museo di Archeologia per Roma rappresenta oggi una realtà importante per il territorio e accoglie visitatori provenienti non solo da tutta Roma e da numerose città del Lazio ma, forse perché conosciuto attraverso i social network e il sito web, attrae molti visitatori provenienti anche da regioni diverse oltre che non pochi visitatori stranieri.

Andreina Ricci

Andreina Ricci

Già Professore ordinario di Metodologia e Tecnica della ricerca archeologica presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, ha fondato nel 1994 il Centro per lo Studio delle Trasformazioni del territorio (CeSTer) dove riveste oggi il ruolo di Presidente del Comitato Strategico. Conduce da circa trent’anni ricerche archeologiche nelle periferie urbane con un approccio interdisciplinare. Ha ideato, progettato e dirige il Museo di Archeologia per Roma. Oggi è anche componente del Comitato Scientifico dell’Istituto Centrale per l’Archeologia (ICA) e del Parco Archeologico dell’Appia Antica.

Michela Rustici

Michela Rustici

Tecnico amministrativo presso il Museo di Archeologia per Roma dell’Università di Roma “Tor Vergata”, di cui ha collaborato alla realizzazione. Attualmente si occupa degli aspetti legati alla gestione delle attività connesse al Museo e partecipa ai progetti di valorizzazione legati al territorio. Ha avuto esperienze in scavi archeologici stratigrafici, sviluppando competenze anche negli aspetti tecnico-amministrativi di cantieri archeologici, nel rilievo archeologico fotogrammetrico, nell’elaborazione e gestione dati per le analisi territoriali attraverso sistemi GIS e nuove tecnologie diagnostiche.