L’arte islamica a Oxford

il Museo di Arte e Archeologia Ashmolean
La galleria del Medio Oriente Islamico

L’Università di Oxford possiede alcune delle collezioni di arte islamica più prestigiose al mondo. Accumulate nei secoli attraverso doni di accademici, collezionisti ed ex-studenti, oltre che tramite acquisizioni, queste si trovano oggi in quattro musei diversi, per via della loro diversa natura: il Museo di Arte e Archeologia Ashmolean, dove sono depositati più di cinquemila oggetti islamici, materiale archeologico e importanti archivi; la biblioteca Bodleian, sede di eccezionali collezioni manoscritte in arabo, persiano, turco, urdu e del sud-est asiatico; il Museo di Storia della Scienza, che possiede una delle più vaste collezioni di strumenti scientifici islamici d’Europa; il Museo Pitt Rivers, dedicato a ricche collezioni di materiale antropologico ed etnografico, tra cui armi e tessuti.

Sebbene l’odierna spartizione rifletta tassonomie discutibili e classificazioni ormai superate, dette raccolte, sommate, rappresentano la terza collezione di arte islamica più importante del Regno Unito dopo le collezioni nazionali di Londra. Accessibili sia attraverso gallerie permanenti e istallazioni temporanee in queste varie sedi, oltreché tramite centri di studio e sale di consultazione, queste collezioni sono alla base dell’insegnamento universitario a Oxford e offrono opportunità di ricerca e divulgazione pressoché illimitate.

Cappotto ikat, Kasghar, c. 1801-1869, seta e cotone, EAX.3987, Ashmolean Museum
Cappotto ikat, Kasghar, c. 1801-1869, seta e cotone, EAX.3987, Ashmolean Museum, Università di Oxford © Oxford University Images / Ashmolean Museum
L’arte islamica al Museo Ashmolean

La collezione di arte islamica dell’Ashmolean è la più ampia e ricca a Oxford, con radici nel contesto coloniale dell’impero britannico e nella storia del primo collezionismo europeo di arte e antichità orientali. Il nucleo della collezione, infatti, fu trasferito all’Ashmolean dall’Istituto Indiano di Oxford dopo la sua chiusura nel 1961. Come tale, dunque, questo iniziale gruppo di oggetti riflette gli interessi di affiliati della Compagnia delle Indie e di ufficiali coloniali presenti in India tra il XIX e la prima metà del XX secolo. Spesso ottenuti in modi e circostanze oggi discutibili, questi oggetti sono ripartiti tra l’area curatoriale islamica e quella indiana.

Brocca con decorazione floreale, Iznik, c. 1530-1550, pasta fritta con decorazione policroma, EAX.3272, Ashmolean Museum
Brocca con decorazione floreale, Iznik, ca. 1530-1550, pasta fritta con decorazione policroma, EAX.3272, Ashmolean Museum, Università di Oxford © Oxford University Images / Ashmolean Museum

Trasferimenti di materiale archeologico accumulato nel corso di varie missioni in Medio Oriente, come pure di ceramiche orientali collezionate da personaggi come Charles Drury Fortnum (1820-1899) tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento furono ugualmente importanti aggiunte all’area islamica del museo, soprattutto dopo la creazione di un nuovo Dipartimento di Arte Orientale nel 1962.

Furono tre importanti donazioni, avvenute tra il 1941 e il 1978, però a trasformarla radicalmente, elevandone il profilo nazionale e internazionale. Nel 1941 l’egittologo Percy Newberry (1868-1949) offrì all’Ashmolean la sua collezione di oltre 1000 frammenti tessili islamici medievali e circa 1200 cotoni stampati acquisiti nell’arco della sua carriera accademica in Egitto. Questo gruppo di oggetti, tra cui vanno menzionati importanti frammenti di tiraz (tessuti prodotti in officine reali e spesso recanti il nome del regnante in carica), tessuti dei periodi ayyubide e mamelucco, e materiale che testimonia la natura del commercio di tessuti medievali nell’Oceano Indiano, è il più ricco in Europa.

Tra il 1956 e il 1978 i lasciti di Sir Alan Barlow e Gerald Reitlinger aggiunsero ulteriore spessore e ampiezza al materiale ceramico della collezione. Entrambi ambiziosi collezionisti di ceramiche orientali, Barlow e Reitlinger si trovarono a collezionare ceramiche islamiche principalmente a fini comparativi. Di conseguenza, oggetti in grado di rivelare paralleli tecnici o stilistici con la produzione asiatica, soprattutto cinese, abbondano in entrambi i lasciti, con il materiale associato all’area iranica tra i più ricchi. Questi oggetti, aggiunti a quelli menzionati in precedenza, hanno dato all’Ashmolean l’opportunità di offrire un quadro dettagliato della produzione ceramica islamica dalla Spagna all’Asia Centrale tra il VII e il XIX secolo. La storia di questo materiale è tuttora una caratteristica chiave della galleria di arte islamica del museo.

Piatto con uccelli affrontati, Iran, XII secolo, terracotta con decorazione incisa su ingobbio bianco e dipinta in verde, EA1956.120,
Piatto con uccelli affrontati, Iran, XII secolo, terracotta con decorazione incisa su ingobbio bianco e dipinta in verde, EA1956.120, Ashmolean Museum, Università di Oxford © Oxford University Images / Ashmolean Museum

L’Ashmolean possiede oggetti di simile importanza e valore in altre aree, soprattutto avori, come il coperchio di una pisside realizzata a Cordova e datata AH 393/AD 998-99, vetri, inclusa la lampada di moschea con dedica al sultano Muhammad ibn Qala’un, e metalli, di cui l’oggetto più rappresentativo è il set da caffè con decorazione astrologica dedicato al secondo sovrano qajar, Fath ‘Ali Shah.

Coperchio di pisside, Cordova, AH 393/AD 998-999, avorio, EA1987.2, Ashmolean Museum
Coperchio di pisside, Cordova, AH 393/AD 998-999, avorio, EA1987.2, Ashmolean Museum, Università di Oxford © Oxford University Images / Ashmolean Museum

Sebbene tradizionalmente raccolti dalla Bodleian, anche i lavori su carta e pergamena sono presenti nella collezione islamica dell’Ashmolean. Si tratta principalmente di pagine provenienti da manoscritti miniati e decorati di Corani, inclusa una doppia pagina del Corano di Amajur, databile all’ultimo quarto del IX secolo, esempi di calligrafia in nastal‘liq e miniature firmate da artisti eccellenti come Sadiqi Beg e Basawan.

Sadiqi Beg Afshar, Derviscio seduto, Iran, tardo XVI-primo XVII secolo
Sadiqi Beg Afshar, Derviscio seduto, Iran, tardo XVI-primo XVII secolo, inchiostro e colori ad acqua su carta, EA1978.2570, Ashmolean Museum, Università di Oxford © Oxford University Images / Ashmolean Museum
Archeologia e archivi

Il materiale archeologico è una delle aree che distinguono la collezione dell’Ashmolean da altre collezioni universitarie. Prevalentemente di natura ceramica, questo materiale proviene da importanti scavi condotti dall’università all’inizio del XX secolo in Iraq (al-Hira e Kish) e Iran (Siraf). Questo ricco materiale, una vera miniera per gli specialisti, è spesso arricchito da ulteriore materiale d’archivio relativo alla regione legato ad altri studiosi, tra cui Peter Willey in Syria e Iran e John Carswell in Iran.

Gli archivi più importanti, tuttavia, sono la collezione di negativi dello storico dell’architettura K.A.C. Creswell, contenente più di 8000 immagini digitali di edifici islamici, una risorsa oggi vitale per il restauro di monumenti storici e per la lotta al commercio illecito di antichità, e l’archivio della studiosa di tappeti May Hamilton Beattie, il più importante di questo tipo al mondo.

Francesca Leoni

Francesca Leoni

È curatrice responsabile delle collezioni islamiche del museo dell’Università di Oxford (Regno Unito), l’Ashmolean Museum of Art and Archaeology, docente di storia dell’arte islamica e ricercatrice associata presso il Centro di Ricerca per lo Studio dell’Arte e della Cultura Materiale Mediorientale Khalili presso la stessa università. Le sue ricerche hanno riguardato aspetti artistici e materiali del misticismo islamico, le arti del libro persiano, l’erotismo nell’arte islamica, e più recentemente la divinazione e le scienze occulte in ambito islamico. È autrice di diversi volumi, cataloghi di mostre, articoli scientifici e saggi, e curatrice di importanti mostre.