Il Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini”

Medicina, arte e archeologia nell’Università di Pisa
La seconda sala del museo

Lo Studio Generale Pisano fu istituito nel 1343, con la bolla pontificia In supremae dignitatis… Nel 1472 gli studi superiori ebbero un grosso impulso, quando Lorenzo il Magnifico promulgò un editto in base al quale gli Studi Generali dovevano risiedere a Pisa, dove fece costruire il palazzo de La Sapienza, sede degli studi universitari, compresi quelli anatomici. Dati precisi si hanno verso il 1544, quando l’anatomista Andrea Vesalio fu chiamato da Cosimo I de’ Medici a tenere dissezioni a Pisa. Altre figure insegnarono anatomia a Pisa, fra cui Realdo Colombo, Gabriele Falloppio, Carlo Fracassati, Lorenzo Bellini, Paolo Mascagni, Filippo Civinini e Filippo Pacini.

Questa tradizione dette lustro agli studi medici dell’ateneo pisano, consentendo un’evoluzione della disciplina anatomica e ponendo le basi per la nascita del museo anatomico. Agli inizi dell’Ottocento Tommaso Biancini iniziò l’allestimento museale, poi proseguito da Filippo Civinini, a cui il museo è intitolato. Infatti, Civinini organizzò e arricchì il museo negli Stabilimenti Anatomici dello Spedale di Santa Chiara, inaugurati il 15 novembre 1832.

L’occasione per far conoscere il museo alla comunità scientifica si presentò nel 1839, quando Pisa fu sede della Prima Riunione degli Scienziati Italiani. Per quell’evento Civinini pubblicò la prima storia del museo (Della Origine, Progressi e Stato del Museo d’Anatomia Fisiologica e Patologica Umano-Comparata dell’I. e R. Università di Pisa all’epoca del Primo Congresso degli Scienziati Italiani l’anno 1839) e il catalogo del museo (Indice degli articoli del Museo d’Anatomia Fisiologica e Patologica Umano-Comparata dell’I. e R. Università di Pisa).

Nel 1874, con la costruzione della Scuola Medica, il museo si trasferì nella nuova sede, dove si trova ancora oggi, di fronte all’Orto Botanico e a pochi metri dalla torre pendente.

Il museo fa oggi parte del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa e ha il compito di conservare, studiare e restaurare le collezioni per consegnare alle future generazioni un patrimonio culturale di grande valore. La ricerca permette di comprendere la storia dei preparati e delle tecniche usate per conservarli. Il museo ha anche un importante scopo didattico presso le scuole e i visitatori per divulgare le conoscenze.

Le collezioni del museo

Il percorso museale inizia al piano terra della Scuola Medica, dove si trova la Galleria dei Busti, con busti di gesso di antichi anatomisti (Andrea Vesalio, Realdo Colombo, Lorenzo Bellini, Filippo Pacini, Bartolomeo Eustachio e Gaspare Aselli). Al primo piano c’è un busto marmoreo di Civinini e un’epigrafe che ricorda la storia del museo. Fa poi seguito la Galleria Mascagni, dove è esposta la collezione completa e originale delle tavole anatomiche di Paolo Mascagni (1755-1815). Le tavole raffigurano il corpo umano a grandezza naturale oltre ai dettagli anatomici. Al secondo piano si trovano le due sale del museo, intitolate a Carlo Regnoli e Pietro Duranti.

Monumento commemorativo di Filippo Civinini
Monumento commemorativo di Filippo Civinini
Collezioni anatomiche

La collezione anatomica comprende varie sezioni di preparati. La raccolta osteologica conserva scheletri interi e singole ossa, preparati di articolazioni e ligamenti. Di particolare interesse storico e culturale sono le mappe frenologiche e gli scheletri fetali e neonatali. La raccolta di angiologia comprende numerosi preparati cardiovascolari, fra cui le statue anatomiche, cioè corpi essiccati con i vasi sanguigni iniettati con vari materiali.

Molti altri preparati sono conservati in alcool e rappresentano i diversi organi del corpo umano. Il museo conserva anche molti modelli anatomici realizzati con vari materiali e utilizzati per la didattica. Uno scheletro patologico è una copia in gesso di uno scheletro naturale affetto da acromegalia.

Numerosi sono i calchi in gesso di encefali o di crani. In cera, invece, sono i modelli di anatomia dell’occhio, della laringe e dell’orecchio. Un modello generale del corpo umano di scuola fiorentina, in cera e a grandezza naturale, rappresenta un giovane riprodotto con estrema precisione, in un atteggiamento di abbandono che fa di questo preparato anche una pregevole opera artistica: la scatola cranica è aperta e la dura meninge risulta incisa e in parte rimossa per mostrare gli emisferi cerebrali; la cavità toracica è anch’essa aperta e il cuore è visibile fra i polmoni divaricati; la parete addominale anteriore è ampiamente aperta per mostrare gli organi principali; arterie, vene e nervi sono riprodotti nella loro sede naturale.

Modello in cera del corpo umano
Modello in cera del corpo umano di scuola fiorentina

Fra i preparati embriologici, diversi modelli in cera colorata, realizzati in Germania dalla ditta Friedrich Ziegler di Friburgo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, illustrano le fasi più importanti dello sviluppo sia umano che animale. In una teca è conservato un modello ingrandito di un embrione umano realizzato nel 1900: il modello può essere studiato in diversi piani di sezione, grazie alla presenza di un sistema di leve che consente lo spostamento delle sue varie parti. Alcuni modelli anatomici della testa realizzati in Francia dalla ditta Auzoux nella seconda metà dell’Ottocento sono di cartapesta. Il più interessante è un modello generale del corpo umano, con organi smontabili.

Di grande interesse è la mummia di Gaetano Arrighi, risalente alla prima metà dell’Ottocento. Arrighi era detenuto nel bagno penale di Livorno, dove morì per una malattia polmonare. Il suo corpo fu sottoposto al processo d’imbalsamazione secondo il metodo di Giuseppe Tranchina, mediante l’uso di una miscela di arsenico e mercurio.

Collezioni archeologiche

Il museo possiede anche materiale archeologico, trovato in Sudamerica dal medico e antropologo Carlo Regnoli (1838-1873). Estremamente interessante è una collezione di 121 vasi precolombiani risalenti al XII-XVI secolo, trovati in diversi siti della costa peruviana e attribuibili a diverse culture preincaiche, in particolare Chimù e Chancay. Molti di questi vasi facevano parte di corredi funerari e presentano forme artistiche, con raffigurazioni antropomorfe, zoomorfe o fitomorfe.

Vaso precolombiano Chimu
Vaso precolombiano Chimu

La collezione comprende anche 36 ampolle di vetro in cui sono conservati frammenti di vasi, conchiglie e resti vegetali. All’interno di alcune ampolle c’è anche un foglietto che indica il luogo, la data del ritrovamento e una descrizione del contenuto. I ritrovamenti risalgono al 1869 e provengono soprattutto da scavi effettuati in grotte e sepolcreti nella Provincia di Cajamarca. Infine, la collezione comprende anche crani, corredi funerari (utensili, ciotole, stoffe, altri resti vegetali) e mummie ben conservate in atteggiamento fetale; una delle mummie presenta il cranio artificialmente deformato.

Un’altra importante collezione proviene dall’antico Egitto e comprende una mummia ben conservata con sarcofago originale dipinto a vivi colori. La mummia è stata recentemente sottoposta a un esame di tomografia computerizzata che ha evidenziato l’assenza di organi all’interno della cavità toracica e addominale. Ben evidente è anche la narice dilatata, confermando l’estrazione dell’encefalo dal naso. La collezione proviene quasi certamente dalla spedizione franco-toscana in Egitto di Ippolito Rosellini e Jean-François Champollion agli inizi dell’Ottocento.

Mummia egizia con sarcofago
Mummia egizia con sarcofago

Gianfranco Natale

Gianfranco Natale

Laureato in Medicina all’Università di Pisa, dove ricopre il ruolo di professore associato di anatomia umana ed è direttore del Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini”. Le sue linee di ricerca comprendono le alterazioni morfo-funzionali dell’apparato digerente nelle malattie neurodegenerative e infiammatorie, e la storia della medicina, con particolare riferimento all’anatomia. È membro della Società Italiana di Anatomia e Istologia e della Società Italiana di Storia della Medicina.